I social media
I social media in generale non sono da condannare a priori ma dipende sempre dall’uso che se ne fa.
I social media possono essere utili come strumenti di svago e possono inoltre aiutare a comunicare e a condividere informazioni, vissuti ed emozioni.
Si può rimanere in contatto con amici e parenti che sono distanti e che si vedono poco di persona contribuendo a rinforzare i rapporti ed eventualmente a superare il senso di solitudine.
Si può anche cercare di valorizzare se stessi scegliendo cosa pubblicare.
I social media hanno però proprie regole, propri meccanismi e spesso dinamiche interpersonali diverse da quelle delle interazioni tra persone fisiche.
I bambini non hanno gli strumenti necessari per poterli gestire da soli in modo consapevole e funzionale.
Gli adulti di oggi non sono cresciuti con i social perciò tendenzialmente li utilizzano partendo da una identità personale già definita ed una capacità interpersonale già sviluppata. Hanno avuto il tempo di conoscere se stessi ed il mondo circostante prima di avvicinarsi all’uso dei social media.
I bambini che non utilizzano i social hanno fin da piccoli un’esposizione graduale alla socializzazione che li porta solo man mano ad allargare la cerchia di persone che frequentano. Hanno così l’opportunità di apprendere pian piano le dinamiche interpersonali ed hanno il tempo di imparare a gestire emozioni e reazioni ad esse correlate. Utilizzano le prime relazioni con genitori e familiari per delineare modelli e schemi interpersonali che poi funzionano da linee guida nelle interazioni successive.
Le relazioni nel mondo social seguono meccanismi invece diversi ed il bambino vi entra in contatto senza un’esposizione graduale ma anzi può esserci un’immersione totale. Quando si ha il primo cellulare o il primo tablet spesso il bambino cerca di accedervi ogni volta che si può e non sempre il genitore riesce a controllare tempi, modi e contenuti con cui entra in contatto.
Il bambino può utilizzare inizialmente profili creati con il consenso dei genitori ma altre volte può anche cercare di utilizzare di nascosto profili falsi in cui inserisce età false finendo per avere un accesso ai social al di fuori di qualsiasi controllo. Il bambino si ritrova così in un mondo diverso senza essere consapevole di tutti i meccanismi e dei rischi connessi.
È importante educare all’utilizzo dei social in sicurezza e poi quando sono un po’ più grandi utilizzarli inizialmente insieme.
Le relazioni attraverso i social
Le relazioni attraverso i social creano opportunità ma nascondono anche dei rischi.
I social media permettono a chi ha difficoltà a relazionarsi a causa di timidezza, vergogna, senso di inadeguatezza di comunicare mantenendo una distanza data dallo schermo che può sembrare protettiva. Inoltre i social permettono di comunicare e mantenere i contatti anche a chi è distante o non è libero di muoversi autonomamente come nel caso dei bambini.
Ci sono però anche dei rischi soprattutto quando ci si relaziona con persone non conosciute prima e che possono condividere contenuti e immagini non appropriati all’età. Inoltre c’è il pericolo che il bambino venga molto attratto da immagini ed interazioni nuove e che pian piano dia più importanza e preferisca le relazioni costruite online che non gli affetti delle persone che lo circondano come genitori, nonni, zii e amici. Questo può comportare diverse insidie.
È importante però non demonizzare i social media e le relazioni instaurate online con un atteggiamento di critica e privazione perché il bambino rischia di vederlo solo come una limitazione da aggirare. È invece fondamentale insegnare l’importanza della tutela di sè e della propria privacy ed educare a conoscere i pericoli.
I genitori possono condividere dei momenti insieme in cui mostrano come si possono utilizzare i social media in modo funzionale. Serve un’educazione digitale che il bambino possa pian piano interiorizzare e tener presente anche nei momenti in cui eventualmente sfugge al controllo dell’adulto o per quando da adolescente utilizzerà i social da solo.
Ovviamente tutto deve essere proporzionato all’età del bambino e bisogna relazionarsi con empatia e favorendo la condivisione e la verbalizzazione.
Si può condividere con il bambino anche l’importanza delle varie competenze e abilità sociali (come ad esempio la capacità di riconoscere e regolare le proprie emozioni nelle relazioni e la capacità di comprendere i vissuti dell’altro) e spiegargli che nel mondo social possono assumere una forma diversa ma rivestono e mantengono sempre un ruolo importante.
Il linguaggio e la comunicazione
Il modo di comunicare attraverso i social ha delle caratteristiche specifiche ed anche il linguaggio utilizza termini peculiari che poi sono stati sdoganati anche nel lessico utilizzato nella vita quotidiana. Ad esempio si fa sempre più uso di abbreviazioni e neologismi.
I social costituiscono un’importante opportunità di comunicare ed esprimere le proprie opinioni però è giusto mantenere un equilibrio tra il diritto all’espressione di sé e il rispetto e la sicurezza online.
È importante perciò favorire un’educazione digitale: l’adulto può aiutare il bambino a sviluppare delle competenze digitali appropriate che permettano di riconoscere le opportunità comunicative senza perdere però di vista la tutela di sè dai rischi potenzialmente connessi.
Bisogna tener presente ad esempio che tutto ciò che viene scritto può essere legato a fattori non conosciuti e che anche foto e testi pubblicati apparentemente come una semplice condivisione possono riferirsi a qualcosa che non si conosce o possono addirittura indurre a comportamenti e azioni disadattive.
Il bambino, soprattutto piccolo, non ha la capacità di comprendere a fondo l’intenzione comunicativa e la motivazione sottostante i vari contenuti e non sempre il linguaggio utilizzato nei social è appropriato all’età. L’adulto può selezionare video e testi che ritiene opportuni in cui il linguaggio utilizzato sia adatto ai più piccoli.
L’immagine e la percezione corporea
I social media portano ad un maggior confronto sociale che spesso è centrato su aspetti estetici e di immagine.
I bambini non hanno tutti gli elementi necessari per filtrare ciò che vedono e perciò i social media possono contribuire ad alimentare in loro un’insoddisfazione del proprio corpo e della propria immagine.
La propria autoimmagine, la percezione che si ha del proprio corpo e delle proprie caratteristiche può essere influenzata dal numero di like ricevuti per una propria foto condivisa. Si tende così a rinforzare il bisogno di apparire ed essere ammirati.
La propria immagine viene confrontata con altre spesso ritoccate anche con vari filtri e perciò il bambino può arrivare a provare disagio ed inadeguatezza e si può sviluppare una percezione del proprio corpo disadattiva.
La propria valutazione rischia di dipendere fortemente dai rinforzi ricevuti.
I modelli estetici da seguire possono essere condizionati dalla popolarità e dal numero di follower.
È importante che il bambino venga aiutato a confrontarsi in modo adattivo con eventuali immagini e video ed inoltre è fondamentale che venga educato a riconoscere eventuali rischi e immagini false.
I rischi psicologici
I rischi di un utilizzo massiccio dei social da parte dei bambini possono essere diversi. Tra gli effetti psicologici più comuni ci sono:
• Assenza di controllo delle persone con cui entrano in contatto i bambini e difficoltà a controllare i contenuti che vengono visualizzati e che potrebbero essere inappropriati all’età.
• Perdita di tempo perché quando si è connessi si può perdere la concezione del tempo e si rischia di passare ore online senza accorgersene.
• Relazioni sociali extrafamigliari precoci rispetto ai tempi del mondo reale in cui solitamente frequentano inizialmente le persone appartenenti alla cerchia famigliare. I bambini non hanno tutti gli strumenti per affrontare e gestire le relazioni extrafamigliari da soli.
• Isolamento sociale perché spesso si finisce per dedicare meno tempo alle relazioni non virtuali o gli si dà meno valore. Una relazione rischia di aver valore se sancita tramite foto, video e riconosciuta tramite social.
• Autostima condizionata dai “like” in quanto non si riconosce il proprio valore come persona ma dipende da numero di “like” e “follower”. Autostima
non più basata su un processo di crescita personale sviluppato nel tempo attraverso esperienze quotidiane ma fondata sul giudizio esterno dato dal numero di consensi ricevuti.
• Conseguenze a lungo termine perché quando una foto o un video sono online e sono stati condivisi diventa difficilissimo avere il controllo di chi vi avrà accesso e dell’uso che se ne farà.
• Bullismo online che spesso è difficile da arginare e controllare ed a volte risulta molto forte e pervasivo soprattutto da un punto di vista psicologico. Questo aspetto è molto complesso e merita un’attenzione particolare.
Dipendenza da internet e dai social
I like costituiscono una forma di gratificazione immediata e diventano un rinforzo, una sorta di ricompensa, che fa sentire bene il bambino e che perciò tende a cercarne sempre di più. Questo sfocia spesso in un utilizzo intensivo e ossessivo dei social media. Spesso sono molto attivi su più piattaforme e questo implica sempre più tempo passato online a monitorare, controllare e aggiungere contenuti.
Tutto questo può portare a stress, tensione, ansia e tristezza. Quando l’adulto cerca di limitare il tempo o i contenuti il bambino può arrivare ad avere reazioni molto forti, a volte addirittura aggressive, date da frustrazione e rifiuto dei limiti. Le regole infatti rischiano di essere viste solo come una limitazione e non come una loro tutela. È importante perciò sottolineare la funzione di tutela che hanno poche e chiare regole e promuovere un uso consapevole e funzionale dei social. Possono essere piacevoli se utilizzati in modo controllato, sicuro, consapevole, per un tempo ragionevole e con un’attenzione a eventuali rischi.
Attenzione e concentrazione
I bambini si abituano a passare velocemente da una notizia all’altra (scrolling): le valutazioni sono quasi istantanee rispetto a ciò che vedono e leggono e procedono tendenzialmente senza approfondire la tematica e senza nemmeno dedicare troppo tempo ad un’elaborazione di ciò che quell’immagine e quel testo hanno suscitato in loro.
Cambia il modo di organizzare ed elaborare le informazioni e più in generale la conoscenza del bambino.
Si riduce la capacità di cercare informazioni più approfondite e non immediate perché tutto è più veloce. Si agisce immediatamente e diminuisce l’abitudine e la capacità di attendere qualcosa.
Quando i video, i testi e i messaggi sono lunghi si tende a prestare attenzione solo alla parte iniziale o addirittura non si guardano nemmeno.
Si sviluppano pian piano difficoltà di attenzione e concentrazione su tutto ciò che è lungo, complesso e che richiede un certo tempo di attenzione e concentrazione.
Gestione famigliare dell’utilizzo dei social
Una volta che i bambini hanno accesso ai social è difficile per i genitori controllare le interazioni che hanno. Tendenzialmente non riescono a controllare l’identità di tutte le persone con cui interagiscono come nel mondo reale in cui invece fino ad una certa età è più facile monitorare chi frequentano sia a scuola che nell’orario extrascolastico.
Il genitore può cercare di controllare quanto tempo dedicano ai social ed in generale quanto tempo passano con smartphone e tablet in mano.
È importante però che i famigliari stessi rispecchino nei loro comportamenti quanto detto ai figli e che il loro comportamento non verbale sia un modello di quanto detto verbalmente.
Ad esempio se si chiede ai bambini di non utilizzare tablet e smartphone a tavola e si motiva la richiesta sottolineando l’importanza della condivisione famigliare del momento poi i genitori non devono passare il pasto a guardare i social media.
A volte inoltre si crea un paradosso tra adulti e bambini sull’utilizzo dei social. Competenza digitale e maturità non vanno sempre di pari passo perché spesso i bambini hanno competenze digitali maggiori dei nonni che li curano ma non hanno l’esperienza necessaria per poterne gestire i contenuti. È importante garantire ai bambini esperienze sicure.
I genitori possono condividere con i figli alcuni contenuti visti sui social come ad esempio dei video educativi ma è fondamentale guardarli insieme e commentarli verbalizzando i vari vissuti e rendendosi disponibili a rispondere a dubbi e domande dei bambini.
Studi e ricerche scientifiche
Diverse associazioni hanno promosso lo studio del fenomeno dell’utilizzo dei social media da parte dei bambini.
L’ American Psychological Association (APA, 2023) ha stilato delle linee guida su come i genitori possono gestire l’utilizzo dei social media da parte dei loro figli.
La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha delineato una guida su “bambini e adolescenti in un mondo digitale” in cui si consiglia di disincentivare l’uso di internet e favorire le relazioni sociali fino ai 9 anni e dai 9 ai 12 anni promuovere un utilizzo controllato, sicuro e consapevole di internet correlato a contenuti appropriati all’età e suggerisce inoltre di evitare la loro partecipazione diretta ai social.
Gli studi e le ricerche sull’utilizzo dei social sono sempre più attenzionate sia per la tutela della salute dei minori che per la tutela della privacy in generale.
5 suggerimenti
1. Fornire informazioni su come utilizzare i social media
Ogni volta che ci si avvicina ad un mondo diverso è utile avere informazioni su funzionamento, dinamiche e modi di interagire. Prepararsi psicologicamente ed essere consapevoli dei vari aspetti aiuta a tutelarsi. È importante quindi che i genitori forniscano al bambino le informazioni che ritengono opportune. La conoscenza è il primo step per fare scelte consapevoli e per tutelarsi da fake news, truffe e contenuti violenti. È importante educare i bambini su tematiche come la privacy e la sicurezza online.
2. Poche regole semplici e chiare
È inutile dare troppe regole perché va a finire che i bambini non ne seguono nessuna. È importante dare poche regole chiare, semplici e specifiche. Il genitore non solo deve accertarsi che siano state comprese ma anche motivare il bambino a seguirle. È utile passare al bambino il messaggio che le regole fornite non sono un modo di limitare l’esperienza puramente per una voglia di controllo del genitore ma che sono delle linee guida da seguire per la sua stessa tutela.
3. Fornire informazioni sui rischi e sulle possibili conseguenze
È importante che i genitori informino il bambino sui rischi connessi all’utilizzo dei social e sulle possibili conseguenze a cui si può andare incontro. È importante spiegare che i pericoli connessi sono reali e non delle semplici paure catastrofiche.
4. Rendersi disponibili a rispondere a dubbi e domande dei bambini
Il bambino deve avere la possibilità di sentirsi libero di chiedere informazioni, esprimere i propri dubbi e fare domande. Più il bambino è informato e verbalizza tutto ciò che sperimenta più è facile che i genitori riescano a tutelarlo dai vari rischi connessi.
5. Se si nota un’eccessiva dipendenza dai social contattare professionisti qualificati
Non sempre è facile destreggiarsi tra i vari social, monitorare le relazioni che avvengono online e comprendere le emozioni e i pensieri dei bambini connessi alle loro interazioni social. A volte per i genitori è difficile trovare un equilibrio nella gestione di smartphone, tablet e computer da parte dei bambini. Si può sempre chiedere una consulenza a professionisti esperti per trovare modalità adattive di gestione che aiutino il bambino.
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