Disturbi

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

Le ossessioni e Disturbi Ossessivo Compulsivi

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da ossessioni e/o compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri o immagini giudicati tendenzialmente come intrusivi, indesiderati, persistenti. Sono pensieri continui che ricorrono nonostante ci si sforzi ad ignorarli. La persona tendenzialmente riporta una forte difficoltà a gestirli e ad arginarli e li vive come dominanti. Sono percepiti come spiacevoli e disturbanti.

psicoterapista a Lecco

Non devi controllare i tuoi pensieri… devi non dare loro il potere di controllarti

(Dan Millman)

psicoterapista a Lecco

Le compulsioni

Le compulsioni sono “rituali” messi in atto per cercare di controllare e sedare l’ansia. Con le compulsioni si ha la momentanea impressione di controllare l’ansia ma purtroppo a lungo termine l’ansia in realtà si rinforza. Il piacere momentaneo dato dal sentire l’ansia placarsi tende a rafforzare l’utilizzo delle compulsioni che diventano così rituali persistenti (ad es. il controllo o il conteggio compulsivo). A quel punto subentra l’ansia del non riuscire a mettere in atto la compulsione totalmente o comunque nelle modalità reiterate. Ad es. in risposta ad ossessioni di contaminazione ci si lava le mani ripetutamente seguendo schemi precisi.

Tutti i contenuti presenti hanno scopo puramente informativo. Non possiedono quindi alcuna funzione diagnostica o terapeutica. Contattami per qualsiasi approfondimento.

FAQS

Le domande più frequenti su questo disturbo

migliore psicologa lecco

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da ossessioni e compulsioni o a volte solo ossessioni che sono presenti in modo pervasivo durante la giornata e incidono sulle routine quotidiane. Le ossessioni non sono semplici “fissazioni” ma sono ricorrenti, persistenti e la persona ha la percezione di non avere il controllo su questi pensieri vissuti come intrusivi, sgradevoli, fastidiosi e che creano disagio per la loro tematica e/o per intensità e frequenza. Non si riesce a “non pensarci”. Le più frequenti tematiche sono contaminazione, ordine/simmetria, superstizione, religiose/morali/sessuali, somatiche, accumulo. Le compulsioni sono comportamenti e/o azioni mentali con cui la persona cerca di sedare l’ansia ma che a lungo termine comportano costi psicologici, sociali, relazionali. Le più comuni sono controllo, lavaggio, riordino,  conteggio, ripetizione di azioni.

È un disturbo che tende a cronicizzarsi anche se spesso a fasi altalenanti. Se non si interviene a volte si ha l’impressione di riuscire a gestire meglio un’ossessione e eventuale compulsione ma spesso l’ossessione si è “spostata” semplicemente su un’altra tematica con altri rituali. Raramente si ha una remissione completa spontanea senza un intervento di psicoterapia. È necessario intervenire soprattutto quando le ossessioni e le compulsioni interferiscono con la vita quotidiana e influenzano aspetti personali, lavorativi, relazionali, sociali. Può essere veramente invalidante.

La psicoterapia cognitivo comportamentale è considerata uno dei trattamenti psicoterapeutici di elezione. Si lavora sulla parte cognitiva e quindi sulle ossessioni in cui concetti come controllo, responsabilità, importanza del pensiero vengono analizzati, gestiti, elaborati in modo più funzionale. Per la parte comportamentale ci sono diverse tecniche e strategie che vengono valutate insieme in base alla situazione tra cui ad es. esposizione e prevenzione della risposta. Il trattamento può essere integrato anche con l’Emdr soprattutto in presenza di eventi traumatici di vita. A volte è utile abbinare un trattamento farmacologico che verrà però valutato in ambito medico.

5 consigli per chi "soffre" del disturbo

1

Raccogliere informazioni 

Conoscere il disturbo, i meccanismi che ne sono alla base e che lo mantengono nel tempo è fondamentale per la persona stessa ed inoltre le permette di collaborare consapevolmente se sta seguendo un percorso con lo psicoterapeuta

2

Non autogiudicarsi

Criticarsi, svalutarsi peggiora solo la percezione che si ha di sé stessi e delle possibilità di far fronte al disturbo. È meglio riconoscere le proprie risorse e capire come sfruttarle per star meglio.

3

Riconoscere quali sono i meccanismi alla base dei pensieri

La parte cognitiva ha un ruolo centrale nel disturbo ossessivo compulsivo e comprenderne i meccanismi è fondamentale per capire poi come intervenire in modo efficace.

4

Provare a trasformare i pensieri

Tendenzialmente si ha la percezione di non controllare i propri pensieri. Una volta riconosciuto il meccanismo, per quanto possa sembrare difficile, si può provare a trasformare i pensieri in una modalità più funzionale. Se non si riesce da soli è importante contattare un professionista qualificato.

5

Contattare uno psicoterapeuta qualificato

Affidarsi a persone qualificate e specializzate permette di intraprendere un percorso su di sé che possa essere il più efficace possibile e che possa mantenere dei risultati sul lungo periodo.

5 consigli per chi "sta vicino" a chi soffre

1

Raccogliere informazioni sul disturbo

Si possono leggere libri e raccogliere informazioni in internet scegliendo però siti con base scientifica accreditata. Si può anche chiedere alla persona interessata se le va di parlarne.
 

2

Parlarne con calma senza giudicare 

Molte persone con disturbo ossessivo compulsivo già si vergognano dei pensieri che hanno e perciò tendono a non parlarne. Per favorire una condivisione è essenziale mantenere un atteggiamento collaborativo e empatico.
 

3

Non imporsi

Non chiedere di non pensarci e non chiedere di non fare i rituali perché la persona interessata non riesce a fermare le ossessioni e le compulsioni semplicemente a comando. Ciò può risultare veramente frustrante. Non bisogna però cadere nemmeno dal lato opposto: non si deve partecipare ai rituali.
 

4

Comprendere, sostenere, incoraggiare

È importante che la persona mantenga la fiducia in sé e nelle proprie capacità e risorse. Non si deve sentire attaccata o giudicata e nemmeno considerata debole o fragile. Più sentirà accolto il proprio disagio più riuscirà a condividere ciò che sta vivendo.
 

5

Apprezzare tutti i piccoli passi

Rinforzare ogni piccolo successo è fondamentale soprattutto nel caso in cui il percorso pur essendo caratterizzato da miglioramenti sia abbastanza lungo. È importante mantenere la fiducia in sé e nella possibilità di gestire il disturbo.
 
Cenni su terapia farmacologica
Spesso, soprattutto nelle forme più gravi, si combina il percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale con un trattamento farmacologico valutato in ambito medico. Il dosaggio e la durata del trattamento vengono concordati con il medico in base alle specifiche personali. I farmaci possono aiutare a ridurre i sintomi e possono costituire un supporto al percorso psicologico che avrà come obiettivo anche la prevenzione per quanto possibile di ricadute.

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