Aree di intervento

CRESCITA PERSONALE E AUTOSTIMA

Psicologo e crescita personale

 

Crescita personale e autostima sono strettamente connesse.

La crescita personale si basa sull’ essere più consapevoli della direzione che vogliamo che la nostra vita prenda. Molte persone tendono a seguire il flusso degli eventi senza chiedersi davvero se è quello che vogliono. Il concetto di crescita personale si basa sull’idea di voler migliorare se stessi nei diversi ambiti di vita ad es. corpo, mente, emozioni, famiglia, relazioni, professione, aspetti economici..
Più scegliamo consapevolmente la direzione che è importante per noi e cerchiamo per quanto possibile di raggiungere i nostri obiettivi più saremo soddisfatti e questo contribuirà a migliorare la percezione di noi stessi.

psicologa vicino a me

La vera autostima è quella che proviamo per noi stessi quando qualcosa va storto

(Nathaniel Branden)

psicoterapeuta a Lecco crescita personale

Autostima

L’autostima è effettivamente la stima che abbiamo di noi stessi. Dipende da quanto ci apprezziamo e dal valore che ci diamo. Avere una buona autostima significa avere una visione sana di sé, saper apprezzare i propri pregi e vedere realisticamente carenze e difetti senza essere ipercritici. L’autostima può essere costruita giorno dopo giorno attraverso strategie cognitive e può essere incrementata insieme all’autoefficacia. Per autoefficacia si intende la fiducia nelle nostre capacità di poter gestire e affrontare situazioni problematiche o prove impegnative. L’autoefficacia si riferisce a giudizi di capacità personale mentre l’autostima riguarda giudizi di valore personale.

Definizione

L’autostima è “il grado in cui le qualità e le caratteristiche contenute nel proprio concetto di sé sono percepite come positive” American Psychological Association (APA).

L’autostima è la valutazione che una persona fa di sé. Avere una buona autostima significa apprezzare se stessi, avere una visione di sè positiva, riconoscere e accettare i propri difetti senza che questo incida sul proprio valore come persona. Possono incidere diversi aspetti come ad esempio le autovalutazioni o autosvalutazioni che la persona fa su di sè relative al proprio valore, alle proprie caratteristiche, alle proprie capacità. Possono incidere anche i vissuti della persona relativi al giudizio altrui o al confronto che fa con gli altri. L’autostima ha diverse dimensioni cognitive, affettive e sociali.

studio psicologo Lecco
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Come migliorare e far crescere l’autostima?
L’autostima non è qualcosa di fisso e stabile ma si può migliorare. 
La persona può imparare a filtrare tutto ciò che mina l’autostima. Si può lavorare da un punto di vista psicologico per ridurre i fattori che incidono negativamente. 
Si possono anche valorizzare tutte le risorse che invece aiutano a migliorare la visione di se stessi.
Fondamentale è la valutazione che la persona fa di sé e quindi ciò che si dice di sé stessa. Si può lavorare cognitivamente sui pensieri autosvalutanti e sulle distorsioni cognitive cioè su tutti quei modi di pensare che portano a dare spazio a una visione di sè negativa. La psicoterapia cognitivo comportamentale può essere molto utile a lavorare su questa parte cognitiva ma anche a rinforzare alcuni aspetti pratici che possono portare nel tempo a star meglio con sé stessi: ad esempio migliorare le capacità comunicative (assertività) o a gestire i problemi in modo funzionale (problem solving). La psicoterapia può aiutare a trovare un proprio equilibrio e a migliorare la propria autostima senza rischiare di cadere all’estremo opposto in cui un’eccessiva autostima porta a perdere obiettività. 

Misurare l’autostima

Ci sono alcuni test validati per misurare l’autostima ma è fondamentale interpretarli all’interno di una visione più esaustiva della persona che è possibile solo attraverso i colloqui psicologici con un professionista qualificato in cui vengono considerati diversi aspetti psicologici, relazionali e sociali.
Per capire comunque in linea di massima se si ha una buona autostima si può fare un confronto tra come ci vediamo e quello che vorremmo e/o dovremmo essere secondo noi. Più ci valutiamo simili al nostro sè ideale più avremo una buona autostima. Questo non significa però pretendere di essere perfetti e nemmeno considerarsi migliori degli altri. Anche questo non sarebbe funzionale.
Per comprendere meglio se stessi e riconoscere come ci valutiamo si può osservare cosa diciamo di noi stessi, se ci critichiamo duramente o meno e come viviamo il confronto con gli altri e il loro giudizio. 
Ogni persona ha una sua percezione e si autovaluta considerando diversi aspetti come emozioni, pensieri, comportamenti, intelligenza, aspetto fisico, competenze sociali, capacità scolastiche o professionali. 
È importante riconoscere il proprio valore come persona dando spazio ai propri interessi, desideri e bisogni. Questo può favorire un atteggiamento propositivo nella quotidianità che può portare a sentirsi più capaci, più utili, con maggior successo ed in generale più soddisfatti di sé e tutto questo può rinforzare la propria autostima. 

Tutti i contenuti presenti hanno scopo puramente informativo. Non possiedono quindi alcuna funzione diagnostica o terapeutica. Contattami per qualsiasi approfondimento.

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Le fasi del percorso psicologico

Riconoscimento
La prima fase del percorso consiste nel riconoscere come è la propria autostima e i fattori che incidono su di essa. Se si ha un’autostima troppo bassa o troppo alta è importante riconoscere ed identificare tutti i fattori psicologici, relazionali, sociali che nel tempo hanno influito sull’autostima. 
 

Analisi

Si analizzano e si dividono gli aspetti personali da quelli legati a elementi esterni. L’autostima può essere condizionata infatti da più fattori sia interni (ad esempio modalità di pensiero e di gestione della persona) sia esterni (ad esempio vivere in modo continuativo in ambienti svalutanti o con persone estremamente giudicanti).
 

Gestione fattori esterni

Si analizzano i fattori esterni e si lavora sulla loro gestione, ad esempio quanta importanza dare ai giudizi negativi altrui e/o come filtrare psicologicamente certe emozioni in ambito relazionale, familiare e sociale. Per riuscire a filtrare e a distanziarsi dai fattori esterni disfunzionali è fondamentale lavorare sulla propria insicurezza personale. 
Fattori personali
Per quanto riguarda i fattori interni si analizzano i vari aspetti e una volta riconosciute alcune modalità di pensiero disfunzionali si cerca di ristrutturarle per renderle più funzionali. Le credenze negative su sé stessi vengono analizzate ed elaborate per favorire una visione di sè più funzionale. 
 
Rinforzo funzionale
Man mano che si riducono gli aspetti disfunzionali è importante rinforzare una visione di sè stessi più funzionale. Le risorse già presenti vengono consolidate e si lavora per comprendere come gestirle e sfruttarle al meglio. 
 
 

Miglioramento a lungo termine 

Per quanto riguarda il mantenimento nel tempo è necessario mettere in conto preventivamente che ci saranno momenti in cui risulta più facile mantenere i progressi raggiunti e momenti in cui l’autostima sembra un pò vacillare. L’importante è che nel tempo si mantenga mediamente stabile e che vi sia un consolidamento che pian piano può favorire nel complesso un miglioramento. È importante perciò continuare, come buona abitudine, a non autosvalutarsi e consolidare positivamente le proprie risorse anche dopo la fine del percorso. 

SUGGERIMENTI

Per questa area d'intervento

L’autostima può sembrare qualcosa di grande e un pò astratto rendendo difficile definire un percorso di miglioramento. Per incrementare l’autostima può essere utile suddividere l’intervento in diverse sotto-aree. Per ognuna di queste è importante riconoscere le proprie risorse e abilità e cercare di apprezzare e valorizzare i diversi aspetti. Si può poi lavorare sul loro rinforzo e accrescimento. Più riconosciamo le risorse, le abilità, le capacità, le potenzialità personali più si riesce a mantenere una buona gestione della quotidianità e perciò la visione di sè tende a migliorare. Le risorse possono essere:
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1

Capacità pratiche

Tutte le abilità che riguardano una competenza pratica (cucinare, guidare, nuotare, sciare, cucire, abilità manuali, …). Uno degli errori più comuni è considerare banali le proprie capacità e sopravvalutare quelle degli altri.

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2

Risorse di benessere

Essere consapevoli di tutte quelle attività che possiamo mettere in atto per creare e mantenere il nostro benessere psicofisico. Ognuno di noi si rilassa con strategie diverse. Ad esempio c’è chi si rilassa di più leggendo e chi invece ascoltando musica. 
 
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3

Stima del proprio corpo

Prendersi cura del proprio corpo fisicamente aiuta a sentirsi più forti e sani. Per essere funzionale è importante però che non diventi un’ossessione. Lo stesso vale per l’estetica. Avere una buona immagine di sé aiuta a sentirsi a proprio agio non solo con sé stessi ma anche con gli altri. 
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4

Abilità relazionali e sociali

Riconoscere le proprie capacità e le proprie qualità relazionali è utile sia per sentirsi più adeguati in ambito interpersonale sia per sapere quali carte si hanno a disposizione da giocare nei momenti di difficoltà: ad esempio alcuni punteranno di più sull’ironia, altri sull’empatia ed altri sulla dialettica. 
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5

Risorse affettive elettive

Riconoscere e rinforzare le relazioni più importanti della propria vita aiuta a sentirsi amabili e apprezzati e la visione di sè stessi come amabili incide su come ci si relaziona in famiglia e nella coppia.
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6

Credenze

Ognuno ha le proprie credenze. Frasi, “motti” che la persona si dice su come va la vita o il mondo. Alcune credenze possono essere molto semplici e pratiche mentre altre più simboliche. Non si entra nel merito di ciò che è giusto o sbagliato. È importante analizzare e valutare psicologicamente l’effetto che fanno per essere più consapevoli di come possano incidere nella visione di sè, degli altri e del mondo. 

FAQS

Le domande più frequenti su questa area d'intervento

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L’autostima si sviluppa fin dall’infanzia. Il bambino attribuisce a sé stesso un valore in base a variabili individuali e familiari come ad esempio le modalità relazionali delle persone di riferimento. Le interazioni con l’ambiente e le prime relazioni possono incidere quindi sullo sviluppo dell’autostima. Il suo andamento nel tempo può dipendere poi da diversi fattori come ad esempio l’ambiente circostante, le prime relazioni in ambito scolastico e con i pari, il raggiungimento di diversi obiettivi, la realizzazione delle potenzialità nelle diverse fasi di vita. 

ne fisiologica e di allerta di fronte alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso. Si attiva la reazione di attacco o fuga. Alcuni dei sintomi principali sono sudorazione, vertigini, aumento del battito cardiaco e della frequenza del respiro, problemi digestivi, tensione muscolare, difficoltà a dormire. È importante riconoscere se l’ansia che si sviluppa è funzionale per intensità, durata e reazione ad affrontare la situazione o invece è talmente forte da risultare controproducente.

È importante riconoscere le caratteristiche della propria autostima, come ci si vede e che cosa si dice su sé stessi. Spesso quando si parla di problemi di autostima ci si riferisce alla bassa autostima ma anche l’autostima troppo alta non è funzionale. Per il benessere psicologico è importante che la persona attribuisca un valore equilibrato a sé stesso. 
Avere l’autostima troppo alta può portare ad avere atteggiamenti di superiorità verso gli altri e questo comporta diversi problemi in ambito relazionale. Inoltre sopravvalutarsi porta a porsi obiettivi irraggiungibili per cui si è più esposti al fallimento. Possono esserci problemi anche di disregolazione emotiva. 
Avere una bassa autostima comporta sentirsi tendenzialmente deboli, incapaci, inadeguati, non amabili e tutto questo porta a forte disagio e sofferenza. La persona tende perciò a evitare i contesti sociali isolandosi per non sperimentare ulteriore disagio dato dal confronto di sé stessa con gli altri. 
L’autostima si può migliorare andando a gestire tutti i fattori cognitivi, comportamentali, sociali che incidono negativamente su di essa. Inoltre è fondamentale riconoscere le proprie abilità, qualità, risorse e non svalutarle ma rinforzarle e sfruttarle nei momenti di difficoltà. Tutto ciò può migliorare la visione di sè stessi.

5 consigli per chi "soffre" del disturbo

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1

Credere in sé stessi e nelle proprie capacità 

Riconoscere i propri meriti e non attribuirli sempre alla fortuna o all’aiuto degli altri svalutando le proprie capacità. Spesso si è molto più critici con se stessi che non con gli altri. Non focalizzarsi quindi solo su ciò che non si riesce a fare ma dare valore alle proprie qualità e a ciò che si riesce a raggiungere.
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2

Cura di sé 

Riservare del tempo per sé, dedicarsi abitualmente alla cura personale, seguire i propri interessi, fare ciò che fa star bene aiuta a ricaricarsi. È importante riuscire a dedicare del tempo a sé stessi regolarmente e non solo ad esempio quando si è in ferie. Meglio poco ma regolarmente che non tutto il giorno ma raramente.
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3

Dare spazio alle persone che ci fanno stare bene 

È importante coltivare relazioni positive, supportive, non giudicanti. È vero che la propria autostima non deve dipendere unicamente dalle relazioni interpersonali ma può essere un bel rinforzo circondarsi di persone positive con cui condividere momenti piacevoli.
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4

Filtrare il giudizio altrui

Il giudizio degli altri non è insindacabile ma è soggettivo. Ogni persona ha una propria percezione che può dipendere ad esempio da umore, stanchezza, problemi relazionali o familiari o psicologici, esperienze di vita, principi morali, ignoranza di alcune informazioni o da vantaggi secondari/utilità. Non si può sapere fino in fondo da che cosa può essere condizionato il giudizio altrui perciò è importante filtrare ciò che ci viene detto.
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5

Prendere le distanze da ciò che non condividiamo

A volte non si riesce a distanziarsi da obiettivi o modalità che non si condividono per paura di essere criticati o giudicati e più in generale per insicurezza. Poi però ci si può sentire in colpa o non soddisfatti. Se si è spesso insoddisfatti poi si può arrivare ad autocriticarsi e autosvalutarsi. È importante quindi lavorare su sé stessi per imparare a dire no, a esprimere dissenso ed in generale ad utilizzare una comunicazione più assertiva. È fondamentale definire i propri obiettivi personali ed utilizzare le proprie energie per raggiungerli ed essere così più soddisfatti di sé stessi a lungo termine.

5 consigli per chi "sta vicino" a chi soffre

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1

Non giudicare

Non si deve giudicare chi soffre o chi è in difficoltà. Questo contribuirebbe solo ad aumentare il malessere e l’autosvalutazione. È utile sostenere, supportare senza però sostituirsi all’altro nel gestire eventuali problemi o sfide così che la persona possa mantenere e rinforzare una visione di sè come persona autonoma.
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2

Valorizzare gli aspetti positivi 

Si può aiutare l’altro riconoscendo le qualità della persona soprattutto quando si notano atteggiamenti svalutanti e ipercritici. È importante riconoscere tutte le risorse, anche quelle meno tangibili, come ad esempio empatia, amabilità, affidabilità che possono essere molto importanti nell’ambito relazionale.
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3

Sottolineare i successi nelle diverse aree

Spesso le persone con bassa autostima tendono ad attribuire i propri successi a fattori esterni come il destino/la fortuna/il caso. È importante riconoscere il lavoro che la persona ha fatto per raggiungere quel risultato e che è stato possibile grazie ad alcune qualità personali.
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4

Riconoscere anche i piccoli progressi

Spesso i successi ed anche i progressi sono piccoli e specifici. Questo porta spesso a non notarli o addirittura a sminuirli. L’autostima invece si ricarica giorno per giorno proprio nella quotidianità. Non si può basare la visione di sè stessi solo su ciò che è eclatante. Rinforzare con continuità favorisce non solo il miglioramento dell’autostima ma anche una sua stabilità maggiore nel tempo.
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5

Incoraggiare a fare un percorso personale

Se non si notano miglioramenti, se la persona tende a chiudersi e ad isolarsi oppure se verbalizza di far fatica a lavorare su sé stessa è importante incoraggiarla a chiedere aiuto ad un professionista qualificato. Questo può essere efficace per non trascinare il malessere a livelli tali da diventare invalidanti anche nella relazione interpersonale stessa.
Cenni su teorie/studi sull’autostima
Si sono susseguiti diversi studi sull’autostima, alcuni sul concetto generale ed altri su singole sotto-tematiche. L’autostima è un concetto complesso, con diverse sfaccettature. Nel tempo si è cercato di dare una definizione di autostima, delineare dei parametri per misurarla e definire i caratteri essenziali. 
Ad esempio W. James (1890) definì l’autostima come il risultato del confronto tra il sè percepito e il sè ideale. 
M. Rosenberg (1965) elaborò una scala per valutare l’autostima che può essere utilizzata ancora oggi.
Negli anni successivi diversi studiosi si occuparono di definire e comprendere le caratteristiche ed i meccanismi alla base dell’autostima.
Nel 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolineò come le life skills (abilità cognitive, emotive e relazionali) possono influenzare l’autostima.
Successivamente una definizione di Bascelli et al. (2008) identificò tre specifici fattori: un sistema che permette di auto-osservarsi e autoconoscersi, una capacità valutativa che permette di esprimere giudizi su sé, una componente affettiva che considera in modo positivo o negativo i vari elementi.
Recenti studi hanno analizzato altri aspetti e fattori che possono incidere sull’autostima come ad esempio lo svolgimento di attività fisica o il rapporto con i social.

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