Aree di intervento

ELABORAZIONE EVENTI TRAUMATICI E LUTTI

Gli eventi traumatici

Ci sono situazioni o eventi della vita che ci colpiscono emotivamente e che possono avere effetti molto importanti sulla condizione psichica di una persona. Un evento traumatico può destabilizzare credenze, convinzioni, idee su se stessi e il mondo che sono state un punto di riferimento fino a quel momento.

Spesso quando l’evento è molto forte si crea una distinzione tra il prima e il dopo come se ci fosse una separazione, una crepa, un taglio nella storia di vita della persona.

A volte si comprende l’impatto traumatico fin dalle prime fasi mentre altre volte si realizza anche dopo mesi o anni: si ha la percezione che sia tutto passato e risolto e poi capita un altro evento, magari anche più piccolo, che in qualche modo si associa al precedente e riattiva proprio quelle emozioni e sensazioni del passato come se lo si stesse rivivendo in quel momento.
Nella terapia del disagio psicologico dovuto al trauma è importante ridurre la sofferenza e l’impatto emotivo che ha nel tempo permettendo così al paziente di affrontare eventuali nuove difficoltà della vita senza un carico pesante che rende tutto più doloroso e faticoso.

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La vita di un individuo consiste in una serie di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe cambiare anche tutto l’insieme

(Italo Calvino)

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I lutti

I lutti, soprattutto quando riguardano persone importanti nella propria vita, possono essere dei veri e propri eventi traumatici. Più avvengono in modo imprevisto e innaturale più diventa difficile l’elaborazione personale. Si cerca quindi di capire insieme come affrontare nel miglior modo possibile l’elaborazione tenendo conto di tutti gli aspetti. L’obiettivo è ricordare la persona cara cercando però di gestire le proprie emozioni e reazioni in modo che non siano invalidanti nella quotidianità.

Cosa accade durante i colloqui

Durante i colloqui per elaborare gli eventi traumatici:

  • si analizza la storia degli eventi sia tenendo conto dell’ordine cronologico che dell’importanza che hanno avuto per la persona
  • si raccolgono informazioni sulle reazioni successive come ad es. pensieri ricorrenti riferiti all’evento, problemi di sonno, difficoltà di concentrazione, vulnerabilità
  • si analizzano i diversi episodi tenendo conto dell’impatto quindi emotivo, cognitivo e fisiologico
  • si elabora l’evento in un contesto protetto come quello della seduta con l’obiettivo che il passato non continui ad interferire in modo invalidante con il presente
  • si lavora infine per rafforzare le proprie risorse per poter affrontare anche le sfide future

Obiettivo finale è un rafforzamento delle proprie risorse e della propria autostima per affrontare il futuro non solo senza il carico del passato ma anche sentendosi più sicuri e pronti per un nuovi sviluppi.

Definizione di evento traumatico 
In psicologia un evento si definisce traumatico quando ha un forte impatto emotivo tale da destabilizzare l’equilibrio psicofisico.
È un evento che irrompe nella vita della persona e ha una forte ripercussione sulla visione che si ha di sé, degli altri, del mondo, del futuro.
Può essere un evento in cui si è coinvolti direttamente o a cui si è esposti indirettamente.
L’evento traumatico può avere caratteristiche diverse. Può trattarsi di un episodio violento che comporta gravi danni, lesioni fisiche e minacce alla sopravvivenza propria o altrui oppure può derivare dalla perdita di persone care in particolare quando avviene a seguito di eventi improvvisi come ad esempio un incidente stradale, un alluvione, un terremoto o il crollo di un edificio.
Gli eventi traumatici però non sono sempre violenti. Possono esserci dei traumi relazionali dati da episodi ricorrenti in famiglia o ad esempio a scuola caratterizzati da trascuratezza, abbandono e umiliazione. Spesso l’impatto traumatico è dato dal fatto che queste modalità siano state reiterate nel tempo.
Ci sono anche i cosiddetti traumi transgenerazionali in cui l’evento traumatico vissuto non è stato elaborato psicologicamente dalla persona che l’ha subito e va così ad incidere sui suoi atteggiamenti e comportamenti quotidiani che possono poi a sua volta influire psicologicamente sui figli. Le reazioni ad un’esperienza traumatica si possono quindi a volte trasmettere da una generazione all’altra. Sono famiglie in cui sembrano ripetersi gli stessi schemi e gli stessi problemi.
È importante perciò riconoscere quando un evento è psicologicamente traumatico e lavorare su sè per cercare di elaborarlo. 
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Elaborazione di eventi traumatici, Disturbo da Stress Post Traumatico e EMDR
L’elemento centrale e comune è il trauma.
L’elaborazione di eventi traumatici è l’obiettivo psicologico generale che ci si pone di fronte all’esperienza di un trauma ed è trasversale a diversi tipi e livelli di malessere.
Il Disturbo da Stress Post Traumatico è il disturbo vero e proprio che si può sviluppare a seguito di un evento traumatico. Non tutte le persone che subiscono un trauma sviluppano un disturbo da stress post traumatico. Il malessere, i sintomi e le ripercussioni nella vita quotidiana sono tali in questo caso da arrivare ad una diagnosi conclamata di disturbo. Per quanto riguarda il lutto quando la sintomatologia e i vissuti sono presenti in modo significativo ed invalidante e sono trascorsi diversi mesi dalla perdita della persona cara si può valutare la diagnosi di disturbo da lutto persistente e complicato. Per una corretta diagnosi si fa riferimento ai criteri diagnostici del DSM 5 (American Psychiatric Association, 2013).
Infine l’EMDR è la tecnica specifica nata proprio per il trattamento e l’elaborazione di eventi traumatici e può essere utilizzata insieme alla psicoterapia cognitivo comportamentale per elaborare il trauma e i lutti. 

Tutti i contenuti presenti hanno scopo puramente informativo. Non possiedono quindi alcuna funzione diagnostica o terapeutica. Contattami per qualsiasi approfondimento.

Le cause del trauma psicologico 
Un evento anche se improvviso o violento non è sempre traumatico. Per essere tale deve avere un forte impatto psicologico e destabilizzare la storia di vita e l’identità di una persona. Per comprendere le ripercussioni psicologiche vanno considerati diversi fattori.
La valutazione multifattoriale può essere fatta tenendo conto di due macroaree: caratteristiche dell’evento e vissuti specifici della persona. 
 
Evento
Quando c’è un evento traumatico la persona percepisce una rottura nel proprio equilibrio psicofisico. È come se in quel momento si spezzasse qualcosa. È come se ci fosse un prima e un dopo nella propria storia di vita. L’evento traumatico può essere imprevisto, violento, grave, intenso e fuori dal proprio controllo. 
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Vissuto psicologico 
Il vissuto traumatico non dipende solo dall’evento e dalla sua gravità ma dipende anche da come la persona percepisce e vive quell’evento. Se ad un episodio sono presenti diverse persone ognuno avrà i suoi vissuti. 
Più si fa fatica ad integrare quanto successo nella propria vita più l’evento potrà avere un impatto emotivo invalidante. Da un punto di vista psicologico l’elaborazione considera diversi aspetti come ad esempio eventuali vulnerabilità pregresse e le reazioni emotive e cognitive a seguito dell’evento. Si valuta inoltre l’impatto sulle sicurezze e certezze personali. 
In generale il vissuto più comune è che l’evento traumatico sia come uno spartiacque e che la vita a seguito del trauma abbia preso una strada diversa da quella seguita e ipotizzata fino a quel momento. 
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SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE

a seguito di un evento traumatico

A seguito di un evento traumatico ci possono essere diversi vissuti: è importante analizzarli per capire meglio gli aspetti emotivi e cognitivi per poi poterli gestire ed elaborare. 

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Percezione che il tempo si sia fermato a quell’evento come se il resto non avesse nessuna importanza e come se non fosse possibile ritrovare un proprio equilibrio dopo quello che è successo 

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Percezione che l’evento abbia interrotto la linearità della storia di vita: l’evento irrompe e viene percepito come diverso da tutto ciò che si è affrontato e gestito fino a quel momento 

 

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Non ci si riconosce: non si sa più chi si è come persona percependo un cambiamento nella visione di sè stessi, non ci si sente più quelli di prima, qualcosa è cambiato 
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Sentirsi dei sopravvissuti di fronte a eventi traumatici che coinvolgono altre persone: se ad esempio gli altri sono feriti e la persona non si è fatta niente ci si può sentire in colpa anche se non si ha nessuna responsabilità 
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Sentirsi diversi da tutti gli altri e non compresi da chi non ha vissuto l’evento traumatico: spesso si può avere la percezione che gli altri non capiscano l’impatto emotivo di ciò che è successo e che vadano avanti con la loro vita come se nulla fosse 
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Sentirsi osservati e giudicati come se si avesse qualche colpa in ciò che è accaduto o in come si sta reagendo: spesso le vittime si sentono sotto esame 
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Non sapere come andare avanti e pensare di non avere la capacità di gestire tutte le emozioni derivate da quanto vissuto per poter poi scegliere una modalità adattiva funzionale
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Isolamento sociale messo in atto per evitare eventuali confronti, giudizi o per vergogna o senso di colpa anche se non si ha nessuna responsabilità 

Le fasi del percorso psicologico

 Raccogliere informazioni 

Raccogliere informazioni non solo sull’evento traumatico ma anche su vissuti, emozioni, disagio provato, pensieri e credenze ad esso correlate. È fondamentale inoltre conoscere il funzionamento psicologico della persona prima del trauma ed eventuali fragilità psichiche pregresse. 

Riconoscere e gestire pensieri e comportamenti disfunzionali 

Non è facile affrontare e gestire un evento traumatico. Spesso a questo si aggiungono pensieri autogiudicanti e autosvalutanti, credenze negative, perdita di fiducia in sè o negli altri, visione negativa del mondo e del futuro. È importante ristrutturare tutti quei pensieri che aggiungono un carico psicologico ad una situazione già complessa.
È importante anche individuare e modificare tutti quei comportamenti che a breve termine possono dare un pochino di sollievo ma che a lungo termine peggiorano i vissuti psicologici come ad esempio l’isolamento sociale, l’evitamento oppure l’iper-monitoraggio e l’iper-controllo. 

Pensare a modalità più adattive di affrontare il trauma

Non bisogna negare ciò che è successo e l’impatto che ha avuto. È importante riconoscere il significato che ha avuto quell’evento per poi pensare ad una modalità più adattiva per elaborarlo ed andare avanti. Non saranno pensieri positivi e felici ma comunque in qualche modo psicologicamente più funzionali e costruttivi. 

Riconoscere e rinforzare le proprie risorse 

Per affrontare quanto accaduto è importante riconoscere le proprie risorse, capacità, abilità e tutto ciò che si ha a disposizione psicologicamente per poter gestire le proprie emozioni e le insicurezze alimentate dal trauma. Il rinforzo di sé è utile anche per affrontare eventuali sfide future dato che l’episodio traumatico può aver intaccato la nostra percezione di sicurezza e di controllo degli eventi. 

Conclusione

Dopo aver riconosciuto e gestito le varie emozioni, aver ristrutturato i pensieri ed i comportamenti disfunzionali, aver rinforzato le proprie risorse e aver costruito per quanto possibile un proprio equilibrio psicofisico si procede con il consolidamento di tutti i piccoli progressi raggiunti. Man mano si diradano i colloqui fino a concordare una conclusione del percorso.

FAQS

Le domande più frequenti su questa area d'intervento

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Elaborare non significa cancellare o negare l’evento ma far sì che l’impatto psicologico ed emotivo di quanto avvenuto possa essere affrontato e gestito fino ad arrivare ad integrare i propri vissuti all’interno della propria storia per poter ritrovare un proprio equilibrio ed andare avanti con la propria quotidianità. Elaborare significa quindi poter arrivare a ricordare senza che le reazioni all’evento continuino ad essere disturbanti nella vita della persona. 
Spesso quando si cerca di elaborare un lutto si ha paura di dimenticare pian piano la persona cara. Elaborare non vuol dire rimuovere i ricordi ne togliere importanza alla persona che è venuta a mancare e nemmeno sminuire la relazione affettiva vissuta. Quando si elabora un lutto è importante invece comprendere l’impatto emotivo di quanto avvenuto, accettare che alcuni aspetti saranno diversi da prima e che sarà necessario ridefinire sè stessi con consapevolezza per tornare pian piano a reinvestire nelle propria quotidianità. Ognuno affronta l’elaborazione con tempi diversi ma quando lo stato di disagio e sofferenza si protrae per un lungo periodo e/o ha un impatto fortemente invalidante nella vita quotidiana è importante chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta. 
Ogni persona può avere reazioni e vissuti diversi a seguito di un evento traumatico. In linea generale si può reagire inizialmente provando rifiuto, negazione, incredulità, confusione, disorientamento e disorganizzazione. 
Pian piano emergono le varie emozioni con tempistiche e modalità diverse: si può provare ad esempio paura, rabbia, tristezza e senso di colpa. 
La persona nel tempo può farsi una serie di domande su perché è successo, perché a lei o perché a quella persona, come si poteva prevenire, cosa poteva fare di diverso… poi quando riesce piano piano a rielaborare quanto avvenuto inizia a reagire ed a ritrovare un pò di tranquillità. 
Il tempo può essere molto variabile e dipendere da diversi fattori. In linea generale a seguito di un evento traumatico la persona può avere tutta una serie di reazioni emotive e comportamentali che con il passare del tempo tendono pian piano ad attenuarsi. Se invece  permangono inalterate per diverso tempo o addirittura peggiorano è importante intervenire con l’aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.
Dopo un evento traumatico ci si può rivolgere a diverse figure professionali in base a ciò che è avvenuto e al tipo di intervento di cui si ha bisogno. Ci si può rivolgere ad esempio alle forze dell’ordine o a medici ed infermieri. È importante cercare anche il supporto di familiari e amici.
Da un punto di vista psicologico l’evento può aver avuto un forte impatto che rischia di protrarsi nel tempo in base anche a tutta una serie di fattori che vanno analizzati e affrontati. È fondamentale quindi rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa valutare il trattamento più indicato. Per verificare che si tratti di un professionista qualificato si può consultare l’Albo di riferimento. In Lombardia si fa riferimento a Ordine Psicologi Lombardia (OPL).
 

5 consigli per chi "soffre" del disturbo

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1

Condivisione

A volte può essere può essere utile parlare e confrontarsi in modo costruttivo e non svalutante con persone che hanno vissuto la stessa esperienza o un’esperienza simile. È importante fare gruppo e non giudicarsi. Non c’è chi è più bravo o meno bravo ad elaborare: ognuno ha i propri tempi e le proprie modalità. Quello che può aiutare è la condivisione e comprensione emotiva. 

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2

Modalità adattive di gestione delle difficoltà 

L’evento traumatico è destabilizzante e ci si può sentire impotenti nell’affrontarlo e gestirlo. Ognuno ha tempi e modi diversi di elaborazione. Anche se inizialmente può sembrare impossibile si possono individuare da un punto di vista psicologico strategie funzionali che a partire dalla consapevolezza dell’impatto emotivo del trauma aiutano poi a gestire le varie emozioni. È importante quindi lavorare su di sè per trovare delle modalità adattive e funzionali per superare la difficoltà. 
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3

Piccoli obiettivi raggiungibili 

Aiuta porsi piccoli obiettivi che possano pian piano riportare ad una routine quotidiana e a delineare man mano una nuova progettualità. Non devono essere troppo grandi o astratti altrimenti è probabile che ci si arrenda prima di iniziare o che ci si scoraggi poco dopo perché non si vedono subito dei risultati. È importante che gli obiettivi siano piccoli e raggiungibili per poter avere dei piccoli rinforzi positivi che ricarichino un pochino le energie. 
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4

Relazioni affettive elettive 

Non isolarsi a lungo e non allontanare le persone care. Anche se non hanno vissuto la stessa esperienza traumatica e non possono capire fino in fondo come ci si sente può essere d’aiuto sentire la loro vicinanza e il loro affetto. Può essere di supporto sentire che non si è soli e che in caso di bisogno si può contare sui propri cari. 
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5

 Relazioni interpersonali 

Mantenere le relazioni interpersonali e accettare il supporto di chi è vicino. È importante riconoscere le differenti caratteristiche e risorse di chi è vicino e accogliere l’aiuto che viene fornito. Non si è deboli o fragili se di accetta un supporto. Si sta cercando di superare un evento traumatico che purtroppo ha destabilizzato la propria vita. Alcune persone riusciranno a fornire un pò di supporto emotivo mentre altri aiuteranno semplicemente condividendo piccole attività quotidiane. 

5 consigli per chi "sta vicino" a chi soffre

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1

Riconoscere le difficoltà 

Dopo un evento traumatico non è facile riprendersi. Ci sono giorni meglio e giorni peggio, magari si riesce ad andare avanti ma con difficoltà. Per chi sta vicino a volte non è facile comprendere tutte le varie emozioni e i vari vissuti però si può riconoscere la difficoltà stessa nel superare quanto è successo senza giudicare. È importante riconoscere che l’elaborazione può essere complessa soprattutto emotivamente. Aiuta confermare con empatia la propria vicinanza, il proprio supporto emotivo e che si sostiene il percorso di ripresa. 
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2

Riconoscere la possibilità di superare il momento difficile 

A volte chi sta male non crede nemmeno nella possibilità di potersi riprendere e pensa che tutto sia finito e nulla abbia più senso. È importante riconoscere che c’è la possibilità pian piano di ripartire e incoraggiare e motivare a provarci. 
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3

Sostenere e prendersi cura

Una delle cose più importanti è far sentire all’altro il proprio supporto e far sapere che se dovesse aver bisogno di qualcosa si è lì per aiutare, sostenere e prendersi cura di lui. È importante rispettare i tempi e i bisogni di chi soffre senza essere nemmeno all’opposto eccessivamente invadenti nè cercare di sostituirsi all’altro in tutto e per tutto. 
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4

Confronto per trovare soluzioni alternative adattive

A seguito di un trauma spesso bisogna ridefinire se stessi e riorganizzare la propria vita. A volte le strategie e le modalità di gestione utilizzate fino a quel momento sembrano non essere sufficienti. È importante non arrendersi ma incoraggiare ed aiutare a trovare nuove soluzioni alternative adattive e funzionali. Confrontandosi pian piano possono venire in mente idee nuove. 
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5

Incoraggiare a definire una nuova progettualità 

Andare avanti, pensare al futuro e a nuovi obiettivi di vita non significa negare o sminuire ciò che è successo. Essere consapevoli dell’impatto psicologico, rielaborare l’evento ed affrontarlo in modo adattivo aiuta a trovare un equilibrio psicofisico che consente di andare avanti in modo funzionale. Per far questo è importante sfruttare le risorse presenti che possono aiutare a sentirsi più attrezzati per affrontare le sfide future. 
Cenni su teorie/studi sull’elaborazione di eventi traumatici e lutti
Diverse organizzazioni si sono occupate di definire il concetto di trauma.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2013) sottolinea come il trauma “deriva da un evento, una serie di eventi o un insieme di circostanze che viene vissuto da un individuo come fisicamente o emotivamente dannoso o potenzialmente letale e che ha effetti negativi duraturi”. 
L’ American Psychology Association (APA) definisce il trauma come “risposta emotiva a un evento terribile … subito dopo l’evento shock e negazione sono tipici. Le reazioni a lungo termine includono emozioni imprevedibili, flashback, relazioni tese e persino sintomi fisici come mal di testa o nausea. Sebbene questi sentimenti siano normali, alcune persone hanno difficoltà ad andare avanti con le loro vite. Gli psicologi possono aiutarli a trovare modi costruttivi per gestire le loro emozioni.”
Può essere utile un percorso di sostegno psicologico per un supporto. Quando però il disagio e il malessere sono tali da essere invalidanti nella vita quotidiana e si protraggono nel tempo è necessario seguire un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale la cui utilità è analizzata in diversi studi. Alcune organizzazioni sanitarie di riferimento sono:  American Psychiatric AssociationAmerican Psychological Association; Linee guida internazionali NICE (National Institute for Care and Health Excellence); Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); Istituto Superiore della Sanità (ISS).
Dato che il disagio psicologico è correlato a un evento traumatico è utile integrare il percorso con l’ Emdr che è riconosciuto come approccio efficace per la cura del trauma e dei disturbi correlati al trauma da diverse organizzazioni sanitarie:  American Psychological Association (1998-2002); Ministero della Salute (2003); American Psychiatric Association (2004); International Society for Traumatic Stress Studies (2010); Organizzazione Mondiale della Sanità (2013).

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