Aree di intervento

STRESS SCOLASTICO ED UNIVERSITARIO

Da cosa deriva lo stress

Il mondo scolastico a volte può essere veramente stressante.

Le principali aree possono essere:

  • ansia prestazionale per verifiche/ interrogazioni / esami / lavori di gruppo
  • rapporto con i docenti
  • rapporto con i compagni
  • competitività agonistica nel confronto diretto o indiretto con i compagni

 

In ognuna di queste aree si può sviluppare un forte disagio caratterizzato da diversi vissuti emotivi e pensieri ricorrenti a cui corrispondono sintomi fisici vari come ad es. mal di testa, tensione muscolare, respirazione e battito accelerati, disturbi gastrointestinali, crisi di pianto e difficoltà a dormire.

A volte viene data un’estrema importanza all’andamento scolastico sia in termini di votazioni che di successo interpersonale tale da indurre quindi un’ansia elevata con tutti i vari sintomi. A volte poi, se lo stress risulta elevato per molto tempo, si può arrivare al limite di tollerabilità e di energie e sviluppare quindi un vero e proprio burnout a cui corrispondono un calo di motivazione e quasi distacco: si è stanchi, esausti emotivamente e ci si sente incapaci di far fronte a qualsiasi prova.

psicologa vicino a me
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Tutti noi abbiamo una riserva insospettata di forza dentro che emerge quando la vita ci mette alla prova

(Isabel Allende)
psicologa vicino a me
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I segnali da non sottovalutare

L’ansia prestazionale legata ad aspetti scolastici si presenta tendenzialmente in modo anticipatorio prima di sostenere una prova. C’è chi teme in modo generalizzato l’essere sottoposto a giudizio indipendentemente dalle modalità di verifica. Alcuni studenti invece temono in particolare gli scritti perché non hanno ad es. un confronto diretto con il docente per poter calibrare la risposta oppure altri hanno vissuti diversi in base alla modalità con cui sono sottoposte le domande (es. alcuni preferiscono domande aperte ed altri le crocette). Negli scritti a volte l’ansia è correlata anche al tempo a disposizione per rispondere.
Altri studenti invece temono più gli orali proprio per il confronto diretto con il docente e perché si sentono al centro dell’attenzione della classe. Si teme ad es. il bloccarsi e fare “scena muta”. La tensione peggiora quando il rapporto con il docente che interroga è già problematico.

Il rapporto con i docenti a volte costituisce un’ altra fonte di stress e tensione. I vissuti in questo caso possono essere molto variabili in base alle modalità relazionali del docente e a quelle dello studente. Ognuno ha i suoi docenti preferiti e quelli più temuti. A volte il livello di tensione è tale da vivere male anche fisicamente le giornate in cui si hanno ore con quel docente anche se non sono previsti esami o verifiche. A volte in queste situazioni aiuta percepire i compagni come gruppo di supporto e proprio alleato mentre la situazione peggiora se oltre al docente anche i compagni vengono percepiti come giudicanti e svalutanti.

Gli aspetti relazionali sono molto importanti in ambito scolastico. Il rapporto con i compagni se non soddisfacente può attivare un forte disagio e portare a difficoltà di socializzazione con conseguente isolamento. A volte il disagio è legato al confronto personale (ad es. gli altri vengono percepiti come più interessanti o amabili dal gruppo dei compagni) mentre altre volte il confronto è sul piano del rendimento scolastico. Si può sviluppare una vera e propria competizione.

Imparare ad imparare è la competenza più importante

(Roderick Torp)

L’ansia da prestazione

La competitività agonistica, soprattutto in ambito universitario e soprattutto in particolari facoltà, può essere un fattore di stress significativo per molti studenti. La pressione causata dal dover eccellere in ambito accademico può essere sia in termini di votazioni sia in termini di tempistica, a volte si innesca una vera e propria gara che può portare a vissuti di insoddisfazione ed autosvalutazione personale. Il confronto spesso è basato sul risultato indipendentemente dalla valutazione dei vari fattori presenti. Si guarda nel confronto con gli altri o anche con le proprie aspettative iniziali solo la media degli esami o il numero di quanti ne mancano, non considerando altri fattori che possono incidere (es. se si è studenti lavoratori o eventi di vita o di salute che possono aver inciso sullo stile di vita).

A volte anche gli ultimi esami prima della tesi ed in particolare l’ultimo possono generare molta ansia perché sono fondamentali per lo studente per non perdere la sessione e non far slittare il raggiungimento dell’obiettivo finale. La tesi, eventualmente la discussione della tesi ma anche l’ingresso poi nel mondo del lavoro possono essere anch’essi fonte di notevole stress.

Nei colloqui si considerano tutti questi aspetti e ci si concentra su quelli importanti per la persona lavorando poi per gestire in modo più funzionale il rapporto con l’ambiente scolastico sia a livello emotivo che cognitivo.

Il primo colloquio con minorenni viene svolto previo consenso informato firmato da entrambi i genitori.

psicoterapeuta a Lecco
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Definizione dello stress scolastico ed universitario

Si parla di stress in ambito scolastico e universitario quando il livello di ansia e disagio nel frequentare la scuola e nell’affrontare i diversi aspetti legati a questa area incide in modo disfunzionale sullo studente e sulla sua vita scolastica e spesso anche extrascolastica. Il livello di malessere può essere talmente elevato da compromettere non solo il rendimento scolastico e la frequenza delle lezioni ma può incidere anche sulla visione che lo studente ha di sé ad esempio sentendosi meno capace, meno adeguato, portando a volte ad un ritiro sociale nei confronti dei compagni ed anche a cambiamenti in ambito familiare. Ad esempio ci può essere una maggiore irritabilità o un maggior distacco anche nella vita quotidiana. Lo stress che lo studente prova può essere collegato in generale un pò a tutti gli aspetti scolastici o ad alcuni in modo specifico. Ad esempio si può percepire come più problematica l’area relazionale (confronto con i compagni, rapporto con i docenti) oppure quella prestazionale (compiti, verifiche, interrogazioni, esami, lavori di gruppo).
Definizione dell’ansia da prestazione
L’ ansia da prestazione disfunzionale è la preoccupazione elevata, sproporzionata, eccessiva che si sviluppa quando si deve affrontare una prova. La persona teme di fallire e di avere esiti catastrofici ancora prima di affrontare la prestazione ed iniziare la performance. 
Va oltre l’ansia funzionale che può aiutare ad attivarsi per affrontare al meglio una prestazione. Ad esempio il giorno prima di una verifica si può avere quell’ansia funzionale che favorisce una maggiore attenzione nello studio ed è molto diverso dall’avere invece un’ansia elevata che manda in tilt tanto da far fatica a concentrarsi e a studiare nonostante ci si impegni. 
Tendenzialmente la preoccupazione è maggiore più la prestazione viene considerata significativa dalla persona e più si percepisce una discrepanza tra la difficoltà della prova e le proprie capacità. Aumenta così la preoccupazione di fallire e la visione pessimistica delle conseguenze successive.
L’ansia da prestazione può portare a sviluppare tutta una serie di sintomi tipici dell’ansia. I sintomi tendenzialmente peggiorano all’avvicinarsi del momento della prova. 
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I segnali dello stress scolastico ed universitario 

  • Sintomi fisici come ad esempio mal di testa, palpitazioni, sudorazione, tensione muscolare, tremori, nausea. 

  • Insonnia caratterizzata da difficoltà ad addormentarsi o da risvegli notturni soprattutto la notte prima della prova. 

  • Irritabilità caratterizzata da rabbia, nervosismo e scatti d’ira. 

  • Pensieri catastrofici  sull’esito della prova, sulle conseguenze di ciò che viene percepito come fallimento, sul giudizio altrui e più in generale sulle varie ripercussioni personali e sociali. 

  • Autosvalutazione con senso di inadeguatezza e impotenza. 

  • Difficoltà di attenzione, concentrazione e memoria che può incidere negativamente sulla preparazione e sulle ore di studio. 

  • Calo del rendimento scolastico dovuto sia alle difficoltà di attenzione e concentrazione sia all’incremento dell’insicurezza personale. 

  • Ritiro sociale in quanto i diversi sintomi fisici, cognitivi, comportamentali possono rendere più difficile interagire serenamente con gli altri. 

  • Abbassamento dell’umore caratterizzato da tristezza e da uno stato di abbattimento. 

Tutti i contenuti presenti nel sito hanno scopo puramente informativo. Non possiedono quindi alcuna funzione diagnostica o terapeutica. Non possono sostituirsi ad un consulto specialistico. Contattami per qualsiasi richiesta di informazioni.

Le fasi del percorso psicologico

Raccolta di informazioni e analisi

Si raccolgono tutte le informazioni necessarie per comprendere quali fattori hanno contribuito ad alimentare lo stress. Si suddividono i fattori in esterni (quelli che non dipendono direttamente dallo studente) ed interni (pensieri, credenze autosvalutanti, difficoltà a gestire le emozioni, comportamenti poco funzionali) 

Strategie comportamentali 

Le strategie comportamentali possono servire a gestire meglio le proprie emozioni ed i sintomi da esse derivati: ad esempio possono essere utili il rilassamento muscolare e la respirazione.
Altre strategie possono aiutare a gestire al meglio alcune situazioni: ad esempio utilizzare la comunicazione assertiva e il problem solving. 

Ristrutturazione dei pensieri disfunzionali

È importante ristrutturare tutti i pensieri e le credenze che non solo non aiutano a gestire la situazione ma aggiungono ulteriore malessere. I pensieri disfunzionali possono essere ad esempio catastrofici o possono rinforzare solo ciò che non va bene. Le credenze autosvalutanti possono essere ad esempio “io non valgo” o “io non sono capace”. È importante ristrutturarli altrimenti rendono la situazione ancora più pesante e difficile aumentando anche il malessere. 

Rinforzo di risorse

È importante riconoscere le risorse che si hanno a disposizione e rinforzare le proprie capacità e abilità. Più ci si sente sicuri di sé meno si teme un eventuale singolo voto negativo e si è anche meno influenzati dal giudizio altrui. È importante rinforzare quindi la propria autostima

Consolidamento e conclusione

Gestite le emozioni, ristrutturati i pensieri disfunzionali e rinforzate le risorse si procede con il consolidamento dei risultati raggiunti. È importante questa fase per mantenere i risultati nel tempo e prevenire  le ricadute anche dopo la conclusione del percorso.
 

FAQS

Le domande più frequenti su questa area d'intervento

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La scuola e la formazione sono fondamentali nella vita dei bambini e dei ragazzi. Le ore di scuola e di studio occupano la maggior parte della giornata e vengono svolte con quotidianità. Purtroppo quando ci sono delle difficoltà queste rischiano di incidere in modo pervasivo nella routine di tutti i giorni. 
Le cause del malessere possono essere diverse. Ci sono fondamentalmente due gruppi di fattori: interni ed esterni. I primi sono legati allo studente stesso: possono incidere il senso di inadeguatezza, l’insicurezza, la timidezza, l’importanza data al giudizio altrui, la tendenza al perfezionismo e al controllo. Una bassa autostima può portare a far dipendere il proprio valore come persona dal rendimento scolastico e dai rinforzi ricevuti da compagni e docenti. Questo espone ad una maggiore pressione psicologica e maggiore stress.
I fattori esterni sono quelli legati non al singolo studente ma all’ambiente scolastico. Ad esempio può incidere l’omogeneità/disomogeneità del gruppo classe, come sono organizzate le attività, quanto e come si spinge sul confronto e sulla competizione, ambienti socialmente disadattivi. 
Il passaggio dalla scuola superiore all’università implica di solito un forte cambiamento: spesso si va più lontano da casa e diversi aspetti dipendono da sè stessi e da come ci si organizza. A volte questi fattori possono essere vissuti positivamente mentre altre volte possono generare preoccupazione e insicurezza.
All’università può aumentare inoltre il carico di studio, ci può essere una maggiore competizione sia come numero di esami sostenuti che come media delle votazioni. Ci può essere una difficoltà anche a seguire il ritmo tra periodi in cui ci sono le lezioni e quelli delle varie sessioni d’esame. Le difficoltà possono emergere già inizialmente in fase di adattamento: ad esempio si rischia di rimanere indietro con gli esami rispetto ai compagni per poi sentirsi sempre in ritardo e ritrovarsi a “rincorrere”  gli altri anche nelle sessioni successive. Alcuni studenti invece vivono con maggiore stress gli ultimi esami e la tesi perché sentono una maggiore pressione o perché iniziano già a preoccuparsi del futuro. 
Per burnout scolastico si intende quell’insieme di sintomi derivanti da stress cronico e persistente, associato al contesto scolastico. C’è la sensazione di “non farcela più”. Ci si sente incapaci di far fronte alle varie situazioni scolastiche. Il burnout può essere caratterizzato da sintomi molto invalidanti che possono essere non solo irritabilità, calo della motivazione, assenteismo ma anche calo dell’autostima e sensazione di fallimento. Si può arrivare anche a sviluppare dei veri e propri disturbi come disturbi d’ansia e disturbi depressivi

È importante innanzitutto non essere troppo severi con sé stessi. È fondamentale prendersi cura di sé, fare qualche attività piacevole per abbassare la tensione e “buttar fuori”, organizzare il proprio tempo per distribuire il carico sui diversi giorni, focalizzarsi sugli aspetti positivi anche se sembrano pochi o piccoli, puntare sulle risorse che si hanno a disposizione, se possibile cercare supporto nei compagni. Se la situazione è complessa si può cercare inizialmente di modificare qualche piccola area e man mano che si sta meglio passare alle altre. Si può affrontare un passo alla volta recuperando pian piano il proprio equilibrio. 

L’ansia da esame può essere dovuta a diversi fattori. Capire le cause dell’ansia elevata aiuta poi a gestirla e ridurla.
L’ansia può riguardare gli esami in generale oppure uno specifico. 
Se l’ansia d’esame è generalizzata ci saranno dei fattori che incidono in modo trasversale indipendentemente dalle specifiche caratteristiche di quella prova (ad esempio l’insicurezza personale, autosvalutazione rispetto alle proprie capacità). Per questo è importante ricordare le proprie risorse, rinforzare la visione di sè lavorando anche sulla propria autostima.
Se l’ansia riguarda invece specifici esami (ad esempio solo gli scritti o solo gli orali, una specifica materia, il primo o l’ultimo) è importante capire cosa lo rende psicologicamente diverso dagli altri affrontati più serenamente. In questo caso è importante lavorare su pensieri catastrofici o autosvalutanti legati a quel singolo aspetto.

5 consigli per chi "soffre" del disturbo

1

Attività extrascolastica
È importante avere un’attività piacevole perché può servire a staccare un pò dall’ambiente scolastico, a sfogarsi, a ricaricarsi ed anche possibilmente ad avere una visione di sè migliore. È importante però non sovraccaricare riempiendo tutti i giorni della settimana perché è altrettanto importante riposarsi. 

2

Organizzazione 

Gestire il tempo. L’organizzazione è importante anche se non deve essere troppo rigida. Può essere utile cercare di programmare le attività scolastiche ed extrascolastiche suddividendo il carico nei vari giorni considerando nella distribuzione degli impegni non solo la quantità ma anche i vissuti psicologici e emotivi. Ogni studente ha ad esempio materie preferite ed altre meno piacevoli. Queste ultime richiederanno maggior impegno e fatica. 

3

Distinguere il valore di sé stessi dal rendimento scolastico 

Ogni persona ha un suo valore. Un voto può essere importante in ambito scolastico ma non è indicativo della persona. Si può essere ad esempio gentili, sensibili, intelligenti… pur avendo un rendimento non ottimale. È importante quindi non svalutare la propria autostima e non essere troppo critici verso se stessi. 

4

Strategie per rilassarsi

Si può abbassare il livello di tensione accumulata e questo aiuta sia a ridurre i sintomi che a recuperare un pò di tranquillità. Tutto questo può anche favorire un approccio allo studio più sereno e quindi più efficace. Per rilassarsi si può ad esempio ascoltare la musica, fare esercizi di rilassamento muscolare e di respirazione lenta e regolare. 
centro psicologia a Lecco e provincia

5

Rivolgersi ad un professionista qualificato 

Quando il malessere inizia a essere pervasivo ed invalidante è necessario rivolgersi ad uno psicologo per un intervento efficace. Durante i colloqui è possibile lavorare sia sulla riduzione della sintomatologia ansiosa che sui meccanismi psicologici che ne sono alla base ridimensionando i pensieri catastrofici, le credenze autosvalutanti e la paura di non essere accettati socialmente. È importante rivolgersi ad uno psicologo qualificato. Si può verificare l’iscrizione all’Albo. In Lombardia si fa riferimento all’Ordine Psicologi Lombardia (OPL)

5 consigli per chi "sta vicino" a chi soffre

1

Incoraggiare a esprimere le emozioni 

Non giudicare. È importante mostrare empatia: ascoltare, accogliere e comprendere le emozioni e fornire un supporto.

2

Valorizzare la relazione 

Nei rapporti familiari ci sono diverse aree da condividere. Non bisogna parlare solo di scuola e di voti. Entrando in casa è importante non chiedere subito come sono andate le verifiche e che voti ha preso.

3

Affetto incondizionato

L’ambiente familiare è importante che venga percepito come una base sicura e accogliente. Non collegare l’affetto al rendimento. È normale che un genitore ci tenga ma deve stare attento a non far sì che il bambino pensi che è degno d’amore solo se va bene a scuola. Questo aggiunge un’enorme pressione e può generare ulteriore stress. 

4

Rinforzare le risorse

Ogni persona ha i suoi punti di forza. È molto utile sottolinearli e rinforzarli. Questo aiuta a sentirsi più sicuri e ad affrontare le difficoltà al meglio.

5

Incoraggiare a riconoscere il proprio valore 

Sottolineare che il valore della persona non dipende dal voto. Premiare gli sforzi e non il risultato. Non misurare il valore di bambini e ragazzi solo sui voti e non fare confronti con amici e compagni dando importanza solo al rendimento scolastico. È importante aiutare i bambini e ragazzi a riconoscere il loro valore e a migliorare la loro autostima.
Cenni su teorie/studi stress scolastico ed universitario
Diversi studi e sondaggi svolti dalle varie associazioni dimostrano che lo stress in ambito scolastico coinvolge un numero elevato di studenti. Uno studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) riporta che l’ansia da prestazione e la paura di prendere voti bassi coinvolge più della metà degli studenti.
Il disagio può essere collegato sia all’ambito relazionale che prestazionale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) molti adolescenti riportano ansia da prestazione in ambito scolastico e la maggior parte di loro dichiara di affidarsi al supporto dei compagni.
I sintomi riportati più di frequente sono nausea, insonnia, nervosismo, mal di testa e abbattimento.
La psicoterapia cognitivo comportamentale si ė dimostrata molto utile nel trattamento dell’ansia e può essere utilizzata anche per quella collegata a tematiche scolastiche ed universitarie. Durante il percorso si lavora sui pensieri disfunzionali che alimentano l’ansia e il malessere con una serie di tecniche cognitive. Inoltre si favorisce la gestione delle emozioni attraverso una serie di strategie comportamentali. L’efficacia della psicoterapia cognitivo comportamentale nel trattamento dell’ansia è dimostrata da una serie di studi pubblicati da diverse organizzazioni tra cui l’American Psychological Association e l’American Psychiatric Association. La psicoterapia può essere integrata anche con l’Emdr nel caso cui abbiano contribuito allo sviluppo dello stress eventi traumatici. L’Emdr infatti è riconosciuto come approccio efficace per il trattamento dei disturbi correlati al trauma da diverse organizzazioni tra cui International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e  Organizzazione Mondiale della Sanità (2013).

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