Disturbi

DISTURBI DEPRESSIVI E BIPOLARI

La depressione

Tecnicamente si parla di disturbi dell’umore e hanno come caratteristica predominante un’alterazione dell’umore.

La depressione è caratterizzata da tristezza, demoralizzazione, perdita di interesse, calo della motivazione, riduzione delle capacità di attenzione e concentrazione, compromissione del ritmo sonno – veglia, riduzione o aumento dell’appetito e rallentamento motorio.
Si presentano quindi una serie di sintomi che anche per intensità e durata la distinguono dalla semplice tristezza che tutti possono sperimentare in certe occasioni.
Quando si ha una forma più lieve, che dura da più di due anni, si parla di disturbo distimico: ha sintomi meno intensi rispetto alla depressione maggiore, l’umore è deflesso ed è presente per periodi prolungati con andamento cronico.

La depressione post-partum può durare da poche settimane a mesi e più se non trattata, presenta gli stessi sintomi della depressione. Va distinta dall’instabilità emotiva tipica dei primi giorni dopo il parto. In particolare nella depressione post partum ci sono spesso pensieri disfunzionali ricorrenti e pervasivi sulle proprie capacità di madre (ad es. “non sono una brava mamma”) e da ciò possono derivare senso di colpa, vergogna e ansia.

psicoterapista a Lecco
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Conquistare la propria gioia è meglio che arrendersi alla tristezza

(Andrè Gide)

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Disturbi bipolari

Si parla di disturbi bipolari quando l’umore è caratterizzato da un’alternanza tra episodi di depressione ed episodi maniacali o ipomaniacali. Negli episodi maniacali la persona ha un umore estremamente e persistentemente elevato con ad esempio idee di grandezza, iperattività o agitazione, distraibilità. Nella fase ipomaniacale il tono dell’umore è sempre elevato ma l’intensità è minore e l’impatto nella vita quotidiana è tendenzialmente più contenuto. In generale comunque il disturbo bipolare influisce fortemente sulla vita sociale e lavorativa del paziente.

Tutti i contenuti presenti hanno scopo puramente informativo. Non possiedono quindi alcuna funzione diagnostica o terapeutica. Contattami per qualsiasi approfondimento.

FAQS

Le domande più frequenti su questo disturbo

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La depressione va oltre il semplice “periodo no”. È caratterizzata da un’estrema tristezza profonda e continua e ad es. da disperazione, diminuzione/perdita di interesse, difficoltà di attenzione e concentrazione, ritiro sociale, disturbi del sonno, senso di perdita generalizzato, pensieri negativi su sé, gli altri, il mondo e il futuro. Si innescano anche circoli viziosi in cui la perdita di interesse porta a una riduzione delle attività e a un ritiro sociale che a loro volta portano a una riduzione dei rinforzi positivi e di attività che ricaricano l’umore perciò ne consegue un umore sempre più basso che porta a sua volta a un ulteriore ritiro sociale e riduzione di interesse con la riattivazione quindi del circolo vizioso. Quando c’è un’alternanza tra episodi di depressione e episodi maniacali si parla di disturbi bipolari.

È necessario intervenire precocemente per evitare una cronicizzazione della depressione che risulta invalidante per la vita quotidiana e per la persona stessa. È importante non rimandare troppo perché lo sviluppo di circoli viziosi basati su pensieri e comportamenti disfunzionali può portare a un umore sempre più basso che può sfociare anche in uno sconforto totale e in una riduzione della speranza stessa di poter uscire da questo disturbo fino ad arrivare a non chiedere nemmeno aiuto. In presenza di fasi maniacali inoltre la persona può avere comportamenti che danneggiano le diverse aree di vita ad es. con disinibizione eccessiva, comportamenti socialmente inappropriati, comportamenti disorganizzati ed impulsivi e perciò è importante intervenire per salvaguardare anche la vita relazionale, sociale, professionale della persona.

La psicoterapia cognitivo comportamentale lavora sui pensieri negativi su sé, gli altri, il mondo e il futuro. Inoltre abbina tecniche e strategie comportamentali da utilizzare nella quotidianità per tornare pian piano alla propria vita con le proprie attività e relazioni. Il trattamento può essere integrato anche con l’Emdr soprattutto in presenza di eventi traumatici di vita. A volte può essere utile l’integrazione anche con un trattamento farmacologico che viene valutato in ambito medico.

5 consigli per chi "soffre" del disturbo

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1

Raccogliere informazioni

Conoscere il disturbo, i meccanismi sottostanti e i fattori che contribuiscono al malessere è importante per poi capire come affrontare il problema. Per raccogliere informazioni corrette si consiglia di affidarsi solo a siti scientifici accreditati o di rivolgersi a professionisti qualificati. Per verificare che ad esempio uno psicologo o uno psicoterapeuta siano effettivamente qualificati si può sempre verificare l’iscrizione all’albo della regione di riferimento, ad esempio sul sito dell’ Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL).

psicologo per disturbi bipolari e depressivi a Lecco

2

Delineare piccoli obiettivi

Identificare non solo i problemi ma definire a partire da questi gli obiettivi positivi raggiungibili. Spesso ci si concentra sul problema, sulle difficoltà, su quello che non si può controllare e ci si sofferma su ciò che non si vuole. È importante a partire dal problema identificare invece l’obiettivo che si vuole raggiungere per poter delineare un piano di azione con le varie tappe ed eventuali sotto-tappe se sembrano troppo grandi e difficili. È importante infatti partire da piccoli obiettivi raggiungibili a breve termine che possono pian piano restituire la percezione di sé come persona con le proprie risorse e capacità. Si penserà solo successivamente agli obiettivi a medio e lungo termine.

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3

Regolarità delle attività

È importante fare un elenco delle varie attività, in particolare di quelle piacevoli che potrebbero essere fatte per alzare l’umore. È tendenzialmente poco efficace pensare a grandi occupazioni che poi non verranno fatte o comunque non con regolarità. È meglio partire da piccole attività, di breve durata che siano svolte in casa e/o fuori casa e da soli e/o accompagnati. Se si progettano piccoli compiti il primo obiettivo psicologico è attivarsi ed eseguirli, o almeno provarci,  non importa se il risultato non è perfetto.

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4

Verbalizzare e condividere

Avere la depressione non è una colpa. Star male non è una colpa. La vergogna spesso porta a nascondere le proprie difficoltà tanto da non chiedere aiuto in caso di bisogno. Vergognarsi ed autosvalutarsi per il proprio malessere è disfunzionale perché i giudizi negativi su sé stessi peggiorano solo la situazione. È importante riconoscere il proprio disagio e tener presente le persone con cui si può parlare e verbalizzare. Quando si verbalizza il proprio vissuto a parenti e amici è utile anche esplicitare in modo specifico cosa potrebbero fare per essere di aiuto.

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5

Rinforzare ogni piccolo successo

È importante riconoscere le proprie qualità, notare ciò che si riesce a fare ed anche eventuali progressi, anche se inizialmente possono sembrare piccoli. Per contrastare i pensieri negativi è necessario riconoscere l’idea che si può pian piano tornare a svolgere le proprie attività e che si può riprendere in mano la propria vita. Per far questo è importante sentirsi soggetti attivi nel percorso.

5 consigli per chi "sta vicino" a chi soffre

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1

Raccogliere informazioni

È importante raccogliere informazioni per comprendere i vissuti della persona cara e per poterle star vicino in modo funzionale. Per raccogliere informazioni su che cosa è la depressione e cosa comporta si può chiedere informazioni al proprio medico,
si possono consultare siti internet di associazioni e professionisti qualificati, leggere libri, confrontarsi con persone che hanno vissuto questo disturbo in passato e che sono disponibili a parlare sia del malessere provato che del lavoro fatto per superarlo.
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2

Non minimizzare

È importante non minimizzare pensando che sia solo “un periodo no” o che “basta tirarsi sù” o che “basta aver voglia”. Non svalutare. Non giudicare. Incoraggiare a svolgere delle attività può essere funzionale ma devono essere attività molto piccole e brevi proporzionate al vissuto della persona ed è fondamentale riconoscere la fatica della persona che soffre. Bisogna rispettare i tempi e gli spazi di chi soffre.

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3

Mantenere un proprio equilibrio

Non farsi “contagiare” a livello di umore dalla visione negativa delle cose, dalle eventuali lamentele, dal malumore perché buttarsi giù insieme non serve a nessuno. Non colpevolizzarsi. Aiutare chi sta male può essere complesso e perciò non bisogna autosvalutarsi se non ci sente adeguati o capaci. Gli psicoterapeuti hanno studiato anni per apprendere i diversi protocolli di intervento. Solo mantenendo una buona visione di sè ed un proprio equilibrio si può riuscire a sostenere l’altra persona e ad essere d’aiuto.

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4

Comprensione ed empatia

La persona che soffre di depressione può riversare la propria visione negativa anche su familiari e amici e può staccarsi ed isolarsi da loro; non aiuta né giudicare né accusare né litigare. È importante dimostrare comprensione, empatia e far sapere che si è a disposizione se volesse parlare del malessere e se desiderasse sostegno ed aiuto. Bisogna comunque rispettare i tempi della persona che soffre e non insistere mettendo pressione.

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5

Incoraggiare a cercare un aiuto professionale

È importante innanzitutto incoraggiare a cercare un aiuto professionale e successivamente motivare a proseguire il percorso mantenendolo per il tempo necessario. È utile rinforzare i piccoli progressi e sostenere nei momenti di difficoltà per evitare che i pensieri pessimistici lo portino ad abbandonare ogni speranza.

Cenni su terapia farmacologica
Il trattamento farmacologico per i disturbi depressivi viene sempre valutato in ambito medico. La valutazione tendenzialmente viene fatta considerando diversi fattori come ad esempio la gravità dei sintomi, da quanto sono presenti, quanto risultano invalidanti nella vita quotidiana e altri aspetti fisici/medici. Per qualsiasi dubbio è fondamentale rivolgersi al proprio medico di riferimento.
Con lo psicoterapeuta si possono affrontare eventuali vissuti psicologici relativi all’assunzione dei farmaci come ad esempio pensieri autosvalutanti o pensieri pessimistici sulla possibilità di stare meglio che possono portare ad abbandonare il percorso psicoterapeutico e a non seguire le indicazioni del medico. È importante che il trattamento farmacologico venga affiancato da un percorso di psicoterapia per lavorare in modo integrato sui diversi aspetti.
 

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