Definizione
La diagnosi è quel processo attraverso il quale si determina quale sia la patologia o la problematica che causa i sintomi riportati e/o manifestati dal paziente.
La diagnosi è utile sia per comunicare tra professionisti con formazione e approcci diversi sia per delineare il trattamento in base alle linee guida di riferimento delle diverse patologie.
Per diagnosi differenziale si intende quel processo attraverso il quale si arriva ad una diagnosi precisa escludendo patologie che possono avere sintomi simili.
In fase diagnostica si effettua quindi un processo di differenziazione e distinzione.
Questa analisi viene effettuata, con strumenti diversi, oltre che in psicologia e psichiatria anche in ambito medico (ad esempio un dolore può avere origini diverse ed il medico indaga per capirne le cause effettive).
La diagnosi differenziale in psicologia
La diagnosi differenziale serve a distinguere tra disturbi psicologici diversi che possono avere in comune alcuni sintomi.
Per una diagnosi corretta si fa riferimento alle indicazioni presenti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM – 5 (2013) redatto da American Psychiatric Association poi aggiornato con una revisione del testo (Text Revision) Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM – 5 – TR (2023).
Il processo di diagnosi
La diagnosi viene effettuata innanzitutto raccogliendo le diverse informazioni attraverso i colloqui con il paziente: la storia di vita, anamnesi familiare e anamnesi personale, anamnesi patologica e anamnesi psicopatologica con i sintomi riportati, da quanto sono presenti, la loro frequenza ed intensità, l’impatto nella vita quotidiana, le possibili cause…
Possono essere utilizzati anche test psicologici che possono essere utili a raccogliere ulteriori dati in aggiunta alle informazioni derivanti dai colloqui.
Si prendono in considerazione le varie patologie che possono avere sintomi simili e man mano si escludono quelle che non sono coerenti con la situazione del paziente. Per questo nella diagnosi non si considera un singolo sintomo ma si prendono in considerazione i vari sintomi, da quanto tempo sono presenti e si valutano le varie caratteristiche.
La diagnosi è un processo complesso che non si riduce all’associazione di un sintomo ad una singola patologia.
Importanza di una diagnosi corretta
Capire la causa sottostante è importante per poi intervenire efficacemente su un malessere.. lo stesso principio si applica anche in situazioni non psicopatologiche. La persona può avere una “crisi di pianto” che può derivare ad esempio da tristezza o rabbia o frustrazione.
Una diagnosi corretta non serve per etichettare la persona ma è utile invece per delineare un trattamento efficace. La diagnosi permette di comunicare tra professionisti diversi come ad esempio psicologo, psichiatra e medico di base. Spesso il trattamento di alcuni disturbi prevede infatti la presenza di equipe multidisciplinari.
Linguaggio condiviso
È importante che terapeuta e paziente creino un linguaggio condiviso che permetta di comprendere reciprocamente le parole uno dell’altro.
Ad esempio quando un paziente riporta genericamente di avere l’ansia il terapeuta ascolta e raccoglie informazioni precise sui sintomi presenti e sulle loro caratteristiche per arrivare ad una diagnosi specifica per individuare il tipo di disturbo. Ad esempio ci sono diversi disturbi d’ansia. Inoltre a volte nel linguaggio comune si utilizza il termine ansia come sinonimo di preoccupazione. In ambito clinico è importante distinguere tra emozioni anche funzionali e disturbi invece invalidanti.
Relazione terapeutica e diagnosi
Una buona relazione tra paziente e terapeuta è fondamentale anche per formulare una diagnosi corretta.
Più il paziente si sentirà accolto, ascoltato e non giudicato più si sentirà libero di riportare i vari sintomi, anche quelli che percepisce come imbarazzanti o di cui si vergogna. Spesso alcuni sintomi e/o comportamenti e/o pensieri non sono mai stati condivisi in famiglia o con gli amici per paura del giudizio. Lo psicologo non giudica il sintomo perché è consapevole che dietro ci sono una serie di fattori predisponenti e scatenanti che ne spiegano l’origine. Per lo psicologo è importante avere un quadro completo della situazione per poter delineare una diagnosi corretta.
Origine dei sintomi
Lo psicologo deve tener conto dei vari sintomi e deve valutare la possibile origine.
A volte un sintomo potrebbe avere una causa sottostante di tipo psicologico o di tipo medico.
Spesso lo stesso sintomo può indicare un problema fisico o può derivare da un disagio psichico.
Spesso quindi per comprendere un sintomo è utile un approccio integrato multidisciplinare. È importante infatti che lo psicologo collabori con altre figure professionali o inviti il paziente a rivolgersi al proprio medico di fiducia per escludere eventuali patologie organiche.
Comorbilità
Per comorbilità si intende la presenza di più disturbi psicologici. I due disturbi possono essere presenti contemporaneamente o alternarsi uno con l’altro, si possono intrecciare e questo a volte rende il processo diagnostico ed il trattamento più complessi. A volte i disturbi sono interdipendenti, si sovrappongono e sono interconnessi.
È importante definire in modo preciso quali disturbi sono presenti, che influenza hanno e quanto sono invalidanti. Tutto questo è fondamentale per delineare un trattamento specifico efficace tenendo conto anche delle priorità e dei bisogni del singolo paziente.

Effetti psicologici della diagnosi
Ricevere una diagnosi precisa può aiutare la persona a dare un nome a quello che sta vivendo e a dare un senso a ciò che sta sperimentando.
Può aiutare inoltre a comprendere quali fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento hanno contribuito allo sviluppo del disturbo.
Spesso si è anche più tranquilli nel sapere che ciò che si prova è identificabile e che ci sono dei protocolli e/o delle linee guida per il trattamento.
Dare un nome al proprio disturbo spesso riduce inoltre la sensazione di essere soli e diversi perché se c’è una categoria diagnostica corrispondente al proprio malessere questo significa che altre persone hanno già sperimentato sintomi simili.
Per quanto una diagnosi sia molto utile è altrettanto importante però non identificarsi come persona nel disturbo stesso. La diagnosi non è un’etichetta a cui aderire e nemmeno una sentenza o una condanna. Rimane alla base il valore fondamentale della persona con tutte le sue caratteristiche e risorse uniche e specifiche. Ad esempio le persone che soffrono di attacchi di panico hanno sintomi simili, con meccanismi psicologici scatenanti simili, ma sono poi persone diverse con le loro aree personali, familiari, lavorative e sociali differenti e specifiche.
Conclusioni
La diagnosi differenziale permette di identificare il disturbo psicologico presente distinguendolo da altri disturbi con sintomi simili. Questo è fondamentale per delineare un trattamento efficace che possa ridurre i sintomi invalidanti e migliorare la qualità di vita della persona da un punto di vista psicologico.
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