Depressione e ricadute

Ricadute e recidive

Si parla di ricaduta quando c’è una riacutizzazione dei sintomi di un disturbo che era in via di guarigione o che sembrava superato. Nel caso della depressione si ha quindi una ricaduta quando una persona che ha sofferto di un episodio depressivo manifesta nuovamente con una certa intensità i sintomi depressivi tipici come ad esempio umore basso, perdita di interesse, mancanza di piacere, mancanza di motivazione, alterazioni nel ritmo sonno-veglia e nell’appetito, perdita o aumento di peso, isolamento sociale, pensieri negativi su sé, il mondo, il futuro. Questi sintomi si presentano con una frequenza ed un’intensità tale da incidere negativamente sulla qualità di vita personale, sociale, lavorativa.
Quando invece si ha un nuovo episodio depressivo dopo un lungo periodo di stabilità si utilizza il termine recidiva.

Fattori di rischio

Ci possono essere diversi motivi e diversi fattori che possono incidere sull’avere una ricaduta.

Ad esempio:

• Interruzione del percorso nella fase iniziale di trattamento

• Interruzione della fase di consolidamento: si interrompe senza consolidare i progressi dopo aver notato un decrescere dei sintomi in cui la remissione era solo parziale/incompleta (quando la persona ha sintomi minori di lieve entità oppure è asintomatica da poco tempo)

• Mancanza di una piena consapevolezza di sé, dei propri meccanismi e del proprio funzionamento che può portare a non riconoscere emozioni e pensieri disfunzionali

• Difficoltà di cambiamento perché modificare le proprie modalità di pensiero ed il proprio modo di affrontare i problemi non è facile: richiede allenamento e consolidamento

• Eventi esterni traumatici (separazioni, lutti, problemi di salute…) soprattutto quando avvengono prima che la persona abbia recuperato e consolidato un proprio equilibrio

• Eventi stressanti come problemi economici, relazionali o lavorativi che possono aggiungere difficoltà e fatica che possono portare a ricadere in vecchi schemi disfunzionali

• Presenza di altri disturbi psichici e/o medici

• Aspettative irrealistiche che portano spesso a notare più le difficoltà del percorso che non i progressi

• Aspettative irrealistiche che portano spesso a notare più le difficoltà del percorso che non i progressi

Aspetti psicologici

• Aspettative
È importante riconoscere eventuali aspettative irrealistiche e affrontarle per far sì che non incidano sul percorso della persona. Il cambiamento ed i progressi non sono lineari. Spesso si crede infatti che i miglioramenti debbano essere rettilinei, regolari, perfetti mentre durante il percorso terapeutico tendenzialmente la sintomatologia tende a diminuire ma possono esserci delle oscillazioni legate a momenti di difficoltà.
Queste oscillazioni possono portare la persona a scoraggiarsi e a pensare che il lavoro che sta facendo su di sè non serva a nulla. Scoraggiarsi e sminuire i progressi fatti può favorire un riacutizzarsi dei pensieri disfunzionali e della sintomatologia depressiva. Bisogna tener conto che in realtà le oscillazioni sono presenti in molti percorsi e possono essere l’occasione per comprendere i punti su cui lavorare ulteriormente per rinforzare i progressi fatti fino a quel momento. È importante quindi verbalizzare le proprie aspettative fin dall’inizio del percorso terapeutico e definirle in modo realistico concordando non solo obiettivi raggiungibili ma anche verbalizzando i propri vissuti relativi all’andamento del percorso stesso.

• Motivazione
È importante che la motivazione al percorso sia presente non solo all’inizio ma che venga mantenuta nel tempo. Non si mette in dubbio la voglia o l’impegno della persona nel cercare di star bene ma ci si riferisce a quei pensieri disfunzionali che portano a considerare un’oscillazione nel percorso come indicativa di un’assenza di progressi. Spesso i pazienti rischiano in quei momenti di scoraggiarsi e possono pensare che “allora non uscirò mai dalla depressione” … “allora non è servito a niente quello che ho fatto finora” … “io non sono capace”. Se dovessero mettere in dubbio la propria capacità di riuscire ad affrontare e superare la depressione potrebbero abbandonare non solo il percorso di psicoterapia ma anche il lavoro personale su di sè. È importante lavorare per far sì che non prevalgano lo sconforto e la frustrazione.

• Pensieri
I pensieri disfunzionali portano ad avere una visione negativa di sè, delle proprie capacità e delle proprie risorse. Tutto questo può incidere sull’andamento del percorso e sul suo esito se non viene affrontato e gestito.
È importante ristrutturare alcuni pensieri negativi come ad esempio il pensare che un momento no o un sintomo temporaneo dopo una fase di miglioramento indichino che non è cambiato nulla oppure che la ricomparsa di qualche sintomo significhi dover ripartire da capo come se nulla sia servito. È importante far sì che le difficoltà non portino alla rassegnazione.

• Ricaduta e ripartenza
Nel momento in cui dovesse esserci una vera e propria ricaduta a livello di sintomatologia psichica e fisica da un punto di vista psicologico tendenzialmente non si riparte da zero nell’affrontare la depressione. La consapevolezza di sé stessi, del proprio funzionamento e dei propri meccanismi, le informazioni acquisite, le strategie già viste nel percorso intrapreso non si cancellano per cui possono essere riprese e rinforzate e si procederà con il comprendere i diversi fattori interferenti per prevenire ulteriori ricadute e promuovere il buon funzionamento della persona.

5 consigli per affrontare una ricaduta

1. Monitorare il proprio umore: capire come cambia nei vari momenti della giornata; può essere utile ad esempio scrivere un diario per segnarsi i vari cambiamenti e avere così una maggiore consapevolezza delle variazioni che ci possono essere e notare non solo i momenti in cui l’umore è basso ma anche quando ci sono miglioramenti

2. Non colpevolizzarsi: non bisogna autogiudicarsi negativamente. Può capitare che ci siano oscillazioni con momenti alti ed altri bassi. Avere una ricaduta non significa essere inadeguati o incapaci ma indica ad esempio che ci sono degli aspetti su cui bisogna lavorare ancora un pò e che le risorse e le abilità sono da rinforzare e consolidare ulteriormente.

3. Verbalizzare: parlare con i propri cari, amici e/o parenti per avere un supporto e possibilmente un aiuto nell’affrontare i vari momenti di difficoltà

4. Promuovere la cura di sé: prendersi cura di sé fisicamente mantendo per quanto possibile una regolarità ad esempio nelle varie routine quotidiane e nel ritmo sonno/veglia

5. Chiedere aiuto ad un professionista qualificato: è utile rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta per affrontare il disturbo in modo efficace e tempestivo. Per essere sicuri di rivolgersi ad un professionista qualificato si può verificare l’iscrizione all’albo della regione di riferimento, ad esempio in Lombardia sul sito dell’ Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL).
Se si sta già facendo un percorso di psicoterapia o se si è interrotto da poco è importante contattare ed aprirsi con il proprio terapeuta per condividere ciò che si sta vivendo. A volte si ha paura di deludere il terapeuta o si teme un suo giudizio negativo. Lo psicoterapeuta può invece utilizzare le varie informazioni per fornire supporto al paziente, affrontare i fattori interferenti e fornire ulteriori strategie utili a prevenire future ricadute.

Prevenzione di ricadute future

Durante il percorso di psicoterapia tendenzialmente si cerca di rompere gli schemi ed i copioni che hanno favorito e/o mantenuto nel tempo un disturbo. La psicoterapia cognitivo comportamentale si occupa di individuare i diversi pensieri disfunzionali e di ristrutturarli con altri più funzionali. A questo si aggiungono strategie comportamentali e nuove modalità di gestire sia la quotidianità che eventuali problemi. Quando la persona inizia a star meglio può avere la tendenza ad interrompere il percorso pensando che essendoci stata una riduzione dei sintomi il lavoro insieme sia finito. È fondamentale invece lavorare sulla prevenzione delle ricadute per far sì che i risultati vengano mantenuti e consolidati nel tempo e che la persona possa mantenere un buon funzionamento nonostante eventuali momenti di difficoltà che possono capitare nella vita.
Diversi aspetti psicologici sono utili alla prevenzione di ricadute come ad esempio:

• Essere consapevoli dei fattori predisponenti che erano presenti prima dell’esordio

• Essere consapevoli dei fattori precipitanti che hanno “scatenato” l’esordio

• Essere consapevoli dei fattori di mantenimento che hanno protratto il disagio nel tempo

• Essere consapevoli dei segnali personali psicologici, fisici o comportamentali specifici (come ad esempio variazioni nel ritmo sonno/veglia o nell’appetito o variazioni nel portare a termine le attività quotidiane) che accompagnano e segnalano un momento di difficoltà psicologica o un accumulo di stress in modo da poter intervenire precocemente

• Essere consapevoli delle strategie cognitive e comportamentali che hanno aiutato a star meglio in passato

• Essere consapevoli delle proprie capacità, abilità e risorse in modo da puntare su queste nei momenti di difficoltà

• Essere consapevoli che ci sono persone care che possono fornire supporto e professionisti qualificati a cui rivolgersi quando si notano i primi segnali di difficoltà in modo da evitare vere e proprie ricadute

Depressione e remissione: diverse fasi

Si parla di remissione completa quando si ha una risoluzione della sintomatologia e vengono meno sia i sintomi psicologici che quelli fisici tipici della depressione.
Per valutare la remissione si considera non solo la sintomatologia conclamata ma anche quella sottosoglia, inoltre va valutato il funzionamento della persona e l’assenza di alterazioni residue.

Dopo la fase di trattamento della sintomatologia psichica e fisica è fondamentale quindi la fase di consolidamento dei risultati ottenuti per favorire sia il ritorno della persona ad un buon funzionamento famigliare, lavorativo, sociale sia per prevenire future ricadute.

Successivamente è utile la fase di mantenimento nel tempo per prevenire eventuali recidive. La fase di mantenimento può avere una durata variabile in base a diversi fattori come ad esempio gravità e frequenza degli episodi avuti e storia della persona.

Diversi studi si sono occupati degli esiti nel tempo della remissione e/o del recupero del funzionamento di psicosociale (Miller et al. 1998; Judd et al. 2000; Ormel et al. 2010; Jordan et al. 2014).

Obiettivi terapeutici


L’ American Psychiatry Association (APA, 2000) indica come obiettivo del trattamento in fase iniziale la remissione dei sintomi e come obiettivo del mantenimento la guarigione clinica.
Il Canadian Network for Mood and Anxiety Treatment (CANMAT, 2023) ha redatto le nuove linee guida aggiornate sulla depressione che mappano il percorso di diagnosi e cura, fino alla scelta del trattamento e delle strategie per prevenire le recidive. Si sottolinea come obiettivo del trattamento siano la remissione dei sintomi e il ritorno al funzionamento premorboso.
Obiettivi del percorso terapeutico sono quindi una remissione completa dei sintomi, il ritorno ad un buon funzionamento psichico e la prevenzione di ricadute/recidive a lungo termine.

Tutti i contenuti presenti nel sito hanno scopo puramente informativo. Non possiedono quindi alcuna funzione diagnostica o terapeutica. Non possono sostituirsi ad un consulto specialistico. Contattami per qualsiasi richiesta di informazioni e/o approfondimento



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